mercoledì 27 gennaio 2010

27 GENNAIO...PER NON DIMENTICARE!

Oggi ricordiamo tutti i nostri fratelli ebrei morti a causa della pazzia di un uomo. Per ricordarli riportiamo la famosissima poesia di Primo Levi "Se questo è un uomo". Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera Il cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca I vostri nati torcano il viso da voi.

lunedì 25 gennaio 2010

GRAZIE,GRAZIE E GRAZIE

Noi del circolo di Sinistra Ecologia e libertà ringraziamo veramente di cuore tutti gli ortesi che hanno votato Nichi. Ad Orta Nova Nichi ha preso 290 voti quindi non ci rimane che dirvi GRAZIE,GRAZIE e GRAZIE! Vi lasciamo con questa videolettera di Nichi che ringrazia tutti voi, con lui rinasce la sinistra.

sabato 23 gennaio 2010

COMUNICATO STAMPA COMITATO PUGLIESE "ACQUA BENE COMUNE"


Il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, in vista delle primarie per la scelta del candidato presidente del centro-sinistra, ritiene essenziale ricordare ai cittadini le posizioni espresse dai candidati, Francesco Boccia e Nichi Vendola, rispetto al tema fondamentale dell'acqua e della gestione dei servizi idrici. La diffusione delle posizioni espresse sull'argomento dai candidati di tutte le consultazioni elettorali è una consuetudine per il Comitato, poiché tutti hanno il diritto e la responsabilità di essere informati e di decidere su come e per quali obiettivi deve essere gestita l’acqua, il cui accesso costituisce un diritto umano inalienabile.
In questa particolare occasione non abbiamo ritenuto necessario chiedere formalmente ai candidati di esprimere la propria posizione sul tema, essendo state già espresse pubblicamente e con atti politici le rispettive convinzioni, sintetizzate nella seguente tabella e approfondite nel testo qui di seguito.
L’informazione rende il voto consapevole.
L’acqua è un bene comune non una merce. Non si può sostenere chi apre la gestione ai privati.

Boccia Francesco: sostiene l'apertura della gestione ai privati
Vendola Nichi: sostiene la gestione pubblica con partecipazione sociale

Francesco Boccia ha dichiarato che l’acquedotto deve rimanere una società per azioni che dovrà essere aperta ai privati. Ha espresso dubbi sulla necessità di leggere il tema della gestione dell'Acquedotto Pugliese per tramite della dicotomia: acqua bene pubblico Vs acqua bene privato. Pur affermando che l'acqua è bene indispensabile e il relativo servizio è di pubblica utilità, ha definito surreale un dibattito che si incentri su questo punto, visto e considerato che l’Aqp è già pubblico al 100% e nulla cambia il suo configurarsi come Spa.

Niki Vendola ha dichiarato che l’acqua, come diritto umano universale, non è assoggettabile a meccanismi di mercato e che il servizio idrico è servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica. Ha, quindi, affermato la necessità di trasformare l’acquedotto da SpA in soggetto di diritto pubblico con partecipazione sociale al fine di garantire la realizzazione dei suddetti principi e ha avviato e sostenuto il percorso del governo regionale in questa direzione. “La battaglia per la pubblicizzazione dell'acqua in Puglia è una sfida decisiva”, ha aggiunto Vendola, “io non voglio demonizzare il privato, ma è giusto che un bene pubblico debba essere gestito da un soggetto pubblico”.

Ricordiamo che l’acquedotto Pugliese è una società per azioni a capitale pubblico da 10 anni, da quando cioè, nel 1999, il governo D’Alema aveva trasformato l’Ente Autonomo in una società commerciale disciplinata dal diritto privato.

La forma giuridica dell’impresa non è neutra ma definisce gli obiettivi di gestione. Nel caso di una società disciplinata dal diritto privato (art. 2247 c.c.), come una Spa, anche se a capitale pubblico, l’obiettivo è il profitto che sarà tanto più alto quanto più elevati saranno i ricavi (cioè il prezzo) e minori i costi. Dovunque il servizio idrico è gestito con logiche privatistiche le tariffe aumentano poiché su queste deve essere “caricato” l’utile (oltre che i costi di gestione e gli investimenti). Del resto, se il profitto è l’obiettivo di gestione, un’eventuale diminuzione dei consumi (traducendosi in una diminuzione delle entrate) determina un incremento delle tariffe come avvenuto, ad esempio a Firenze, dove il servizio idrico è gestito da Publiaqua, una SpA a maggioranza pubblica, le cui azioni sono possedute 49 Comuni e da 3 imprese private.

La gestione dell’acqua non può essere garantita da società disciplinate dal diritto privato, ma al contrario deve essere espletata attraverso enti di diritto pubblico poiché le finalità riconosciute a società “commerciali” sono incompatibili con la gestione del “bene comune” acqua.

Ricordiamo che il processo di ripubblicizzazione in corso è frutto non solo del lavoro assiduo e della tenacia delle tante (180) associazioni e realtà (del mondo cattolico e ambientalista, dell’associazionismo e del volontariato) che compongono il Comitato “Acqua bene comune” quanto e soprattutto dell'impulso forte e chiaro proveniente da una parte cospicua della cittadinanza pugliese che è convinta della necessità ormai improrogabile di riappropriarsi, in quanto collettività, di un bene comune quale l'acqua, sottraendolo al pericolo di farne una merce a disposizione di qualche multinazionale (come altrove, in questa stessa Italia, è avvenuto e sta tuttora avvenendo...). Senza dimenticare l'impegno profuso dal Coordinamento pugliese degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici (primo in Italia) che ha chiesto (ed ottenuto) un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera per esprimere la contrarietà alla privatizzazione e il sostegno alla legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici, sottoscritta con delibera da circa 50 Comuni pugliesi.

Ricordiamo che oggi, più di ieri, l’attenzione e il dibattito su questo tema è vivo. Infatti, risalgono ad appena qualche settimana fa le delibere del Comune di Taranto e del Comune di Terlizzi che sanciscono i servizi idrici, come servizi di interesse generale, privi di rilevanza economica; le dichiarazioni pubbliche dei Missionari Comboniani di Lecce e dei Sacerdoti di Altamura contro la privatizzazione dei servizi idrici e a sostegno del processo di ripubblicizzazione in corso; la campagna “Salva l’acqua” con la quale è partita da novembre una petizione popolare per chiedere ai Comuni di sancire nei rispettivi Statuti l’acqua come diritto e i servizi idrici privi di rilevanza economica, che ha già raccolto decine di migliaia di firme.

A fronte dei provvedimenti legislativi nazionali di privatizzazione dei servizi idrici, si fa urgente una scelta in controtendenza di tutti gli enti locali al fine di garantire l'accesso universale all'acqua e la partecipazione alle scelte di gestione.

L'acqua è un paradigma, che richiama l’insieme delle lotte per i beni comuni, per i servizi pubblici, per la difesa del territorio e della salute, per i diritti sociali, ma è anche – e soprattutto- una battaglia per la riappropriazione della democrazia, per la rimessa in discussione dei luoghi della decisionalità politica, che, sempre più, oggi si manifesta come totale distanza tra chi decide -e pensa, con ciò, di rappresentare automaticamente l’interesse generale - e le comunità in lotta per la riappropriazione dei beni comuni e della partecipazione democratica.

La ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese e una politica partecipata al governo dei beni comuni rappresentano le uniche scelte sostenibili per quanti ritengono l'acqua un diritto umano fondamentale.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Comitato Pugliese Acqua Bene Comune

giovedì 21 gennaio 2010

ANCHE BEPPE GRILLO SOSTIENE VENDOLA...


Anche Beppe Grillo sostiene Nichi Vendola infatti riportiamo quello che ha scritto nel suo blog.


“Ho parlato al telefono con Nicki Vendola. Mi ha dato la sua parola che l’acquedotto pugliese, il più grande d’Europa, sarà pubblico nella proprietà e nella gestione (quindi dei cittadini) se lui verrà eletto presidente di Regione. E che, con una sua Giunta, per costruire centrali nucleari in Puglia sarà necessario l’uso dei carri armati da parte del Governo. Vendola ha rilasciato un’intervista per il blog. Il MoVimento a 5 Stelle non si presenta alle elezioni pugliesi e, quindi, mi sento di sostenere Vendola contro il Pdl di Berlusconi e l’alleanza del Pdmenoelle di D’Alema con Casini-Caltagirone che candida Boccia. Vendola sa che in Rete non si può mentire e che le sue parole dovranno trasformarsi in fatti. Domenica 24 gennaio si terranno le Primarie tra Vendola e Boccia, l’”Uomo per me di D’Alema”. Con Vendola i pugliesi hanno una possibilità, con Boccia la certezza della distruzione del territorio e dell’esproprio dell’acqua pubblica. D’Alema si è presentato in Puglia per esercitare la sua nefasta influenza come “fratello maggiore”, lui è come Caino, fratello maggiore di Abele, che ha schierato il Pdmenoelle contro Vendola. Il giudizio negativo di D’Alema per Vendola è il miglior riconoscimento possibile. Una medaglia da appuntare al petto. La battaglia dell’acqua è solo al suo inizio. La vinceranno i cittadini con l’elmetto. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure”.


Beppe Grillo


http://www.beppegrillo.it

HO INCONTRATO NICHI


di Don Tonio Dell’Olio

Ho incontrato Nichi lungo la via che portava da casa mia a Sarajevo. Nel cuore dei conflitti vicini che ti sorprendono e non te li aspetti. La guerra che ti aggredisce come una lite di condominio ed è una dirimpettaia accerchiata e umiliata dai cecchini e dall’indifferenza. Per questo decidemmo di rompere il cerchio, di aprirci nell’abbraccio dell’accoglienza e di andare a visitare quelle ombre che assumevano un volto e un nome. Andavamo a Sarajevo anonimi e dolenti, discreti e silenziosi a pretendere che non ci fosse inchiostro per noi sui giornali ma per loro sì, per le vittime sì. E poi fu Bagdad e Kurdistan, Saharawi e Palestina…Ho incontrato Nichi nelle stesse case povere dei familiari delle vittime di mafia di Calabria e di Sicilia a dissuaderli di ricominciare a vivere e di non vergognarsi, che semmai dovevano vergognarsi i violenti, i senza Dio, quelli che si facevano pagare con la vita degli altri. A raccontare che non è vero che “se l’hanno ucciso qualcosa ha fatto e che se si faceva i fatti suoi…” L’antimafia dello stare accanto, del farsi prossimo, dell’imparare da questa università della strada che non conferisce lauree ma che ti insegna ciò per cui vale la pena vivere e persino morire.Ho incontrato Nichi a denunciare i soprusi dei potenti con parole di poesia che a volte sembravano sprecate per dire di spregio e di interessi da difendere e di privilegi da garantire quando i braccianti nelle campagne venivano sfruttati come bestie da soma, nuovi schiavi ai remi della nave del mercato. Immolati sull’altare di un’economia globale che costruisce nuove torri di Babele dove i mattoni contano più delle persone. Ed era a Genova, il G8 e ai Social Forum Mondiali a scrutare in lontananza un altro mondo possibile. Anzi necessario e urgente.Ho incontrato Nichi nello stesso abbraccio di don Tonino Bello dove ci siamo persi e ritrovati e abbiamo riconosciuto il profumo di parole nuove. Profumo di pane e di Vangelo. Una scuola della speranza che vince la rassegnazione a una chiesa che non si scaldi agli stessi bracieri dei poveri e preferisca piuttosto gli orpelli dei grandi. Non una consolazione ma una sfida che ci insegnava a “osare la pace per fede” e ad avere il cuore vicino e i battiti lontani. A vivere insieme la passione e il sogno di Isaia di “forgiare le spade in vomeri e le lance in falci”.Ho incontrato Nichi anche quando ha accettato la sfida più grande e impegnativa di provare a cambiare le cose stando nel palazzo. Confesso che inizialmente ho provato compassione per lui che conosceva piuttosto le mappe delle strade da percorrere fianco a fianco nei cortei e nelle marce della pace. Ma quando abbiamo fissato sul muro della sala della giunta l’intitolazione a Ester Ada, ragazza partita dalla Nigeria e arrivata a Lampedusa cadavere ostentato per cinque giorni sul ponte della nave turca Pinar nella macabra danza tra Malta e l’Italia, ho pensato che si poteva cambiare. I non-previsti, i non-garantiti, i non-voluti, le pietre di scarto, i respinti avevano chiesto e ottenuto asilo e dignità. Qualcuno aveva abbassato i ponti levatoi dell’istituzione. Ho capito che ne valeva la pena e che ancora ne vale. Perché a ciascuno siano garantiti pane e diritti, ascolto e rispetto, giustizia. È un laboratorio di politica autentica perché ha “in corpo l’occhio del povero”.
Ne vale la pena.

mercoledì 20 gennaio 2010

VENDOLA PRESIDENTE

Giovedì 21 gennaio Nichi sarà a Foggia. Alle ore 17.00 terrà una conferenza stampa sulle primarie in via Arpi 96, e alle 18.00 parteciperà ad una iniziativa pubblica presso L’Altro Cinema, in via Duomo 11.

sabato 16 gennaio 2010

DISSIPIAMO L'OMBRA DI CAINO



Oggi domenica 17 gennaio 2010 è la giornata mondiale delle migrazioni. Forse ai più questa giornata passerà inosservata, ognuno ritornerà nella sue calde mura familiari a trascorrere la Domenica. Mentre oggi si ricordano i tanti soggetti senza volto, identità, diritti, che naufragano nei mari tempestosi della clandestinità, della criminalizzazione della povertà. Viviamo un tempo costellato da paure, chiusure, cinte murarie che uccide la speranza di una vita migliore dei tanti migranti, dei tanti 'nuovi venuti'. Il migrante è povero e il povero è criminale, trattasi di un'angosciosa e tretra equazione che spinge la nostra società nel baratro del fallimento, delle barbarie, della svalutazione dell'altro. Gli altri, i 'diversi', i totalmente altri sono nemici che minaciano l'integrità razziale dell'accrescimento delle proprie ricchezze. Già perchè la Bossi-Fini, l'attuale legge che regola la questione dell'immigrazione stabilisce che un immigrato se perde il posto di lavoro diviene clandestino, quindi la legge produce la clandestinità, e la clandestinità è reato. Hanno 'costruito' ad hoc un reato per automunirsi di clandestinità, di forza-lavoro ricattabile e a bassissimo costo, per di più criminalizzandola, per giocare con la paura delle persone e instaurare la società della paura. A Rosarno abbiamo assistito alla caccia al nero, una persona per il proprio colore della pelle è dovuta fuggire. In realtà prima ha dovuto subire ricatti dalla 'ndrangheta, terrificanti scherzi e abusi razziali dai giovani del paese e poi scappare, anche se le reazioni violente vanno sempre condannate, come quelle avvenute a Rosarno, chiunque le compie. Ma oggi assistiamo sempre più all'identificazione dell'altro come nemico, una spirale schmittiana della dicotomia amico-nemico, che segrega e rinchiude nel paradigma del campo (CPT, CPA, ecc...) persone non per quello che fanno ma per quello che sono; eppure come scrive la Banca d'Italia se non ci fossero gli immigrati la nostra economia andrebbe a rotoli. Gramsci sosteneva che chi alza i muri non è sicuro della propria identità. Per concludere la giornata mondiale delle migrazioni si rivolge specificatamente ai minori, che vivono un doppio travaglio per la loro età, ebbene un poeta africano Tagore diceva che "ogni piccola vita è segno che Dio non si stanca di noi".

giovedì 14 gennaio 2010

RITORNO AL FUTURO


In seguito agli accordi di Lisbona e Barcellona, l’Italia ha sottoscritto l’impegno a faredell’Europa l’area leader nell’economia della conoscenza e della ricerca.A tal fine, con il presente avviso, la Regione Puglia, in continuità con le iniziative avviate nellaprecedente Programmazione, intende finanziare interventi volti a favorire l’erogazione di borsedi studio per la realizzazione di progetti di ricerca nell’area dell’innovazione tecnologica e deltrasferimento tecnologico alle imprese, in raccordo con i sistemi dell’Università e della Ricerca.La Regione Puglia mira, quindi, ad incrementare i profili di innovatività ed effettività dellaricerca e a favorire un proficuo inserimento di professionalità elevate e rispondenti alleesigenze del sistema produttivo del territorio.Tale scelta viene delineata nel P.O. Puglia 2007-2013, che individua nella diffusionedell’innovazione e della conoscenza i fattori essenziali per guidare i cambiamenti e sostenere iprocessi di miglioramento della competitività dei sistemi di impresa e dei contesti produttivi.
Con il presente avviso l’Amministrazione regionale interviene a sostegno dei giovani laureati disoccupati ed inoccupati, valorizzandone le capacità e le potenzialità creative, professionali ed occupazionali. L’avviso risponde alla finalità generale di sostenere finanziariamente e tecnicamente la crescita della qualificazione professionale del segmento più scolarizzato della gioventù pugliese, al fine di accrescere la dotazione di competenze e conoscenze. Tale scelta viene delineata nel POR Puglia per il Fondo Sociale Europeo 2007-2013, che individua nella diffusione dell’innovazione e della conoscenza i fattori essenziali per guidare i cambiamenti e sostenere i processi di miglioramento della competitività dei sistemi di impresa e dei contesti produttivi. Alla base dell’intervento c’è la convinzione che la presenza di giovani qualificati in Puglia sia la vera grande risorsa per lo sviluppo e la crescita socio-economica e culturale della regione. Al fine di facilitare ulteriormente l’ingresso nel mercato del lavoro, la Regione Puglia istituirà un archivio informatico in cui i beneficiari del contributo previsto dal presente avviso sono invitati a inserire il proprio curriculum vitae, a fronte di specifica autorizzazione rilasciata ai sensi del D. Lgs. n. 196/2003.


martedì 12 gennaio 2010

L'ACQUA E' DI TUTTI








Liberalizzare un mercato significa eliminare le barriere e i vincoli all’ingresso di nuovi operatori, sì da aumentarne la concorrenza. In un mercato libero ed in concorrenza perfetta, il prezzo eguaglia al più i costi di produzione totali (ivi compresi i costi per il rimborso del capitale investito in azienda e la remunerazione dell’imprenditore) e le aziende non sono in grado di realizzare extra-profitti nel senso “marxista” del termine: questa situazione è anche quella che massimizza il “benessere sociale”. Adesso, due considerazioni: la prima è che i mercati veramente liberi e in concorrenza perfetta esistono solo nella teoria; la seconda è che sia quella comunista che quella “mercatista” hanno lo stesso punto di approdo (la massimizzazione del benessere sociale) ma, in entrambi i casi, si tratta, appunto, di utopie, ovvero condizioni ideali cui tendere ma di fatto irrealizzabili. Nella realtà la situazione più frequente che si osserva sui mercati è infatti quella che vede la presenza di un numero limitato di operatori economici, a volte talmente limitato da rendere possibile che questi si accordino tra di loro per fare “cartello” (tipico il caso delle Compagnie Petrolifere o Assicurative) e vendere così i loro beni ad un prezzo maggiore di quello che otterrebbero in concorrenza: tale situazione è detta di Oligopolio. Infine, vi sono situazioni in cui esiste un unico operatore: è il caso dei Monopoli. Questa è la situazione di gran lunga più inefficiente per la società. Nel caso dei Monopoli, il consumatore paga la merce ad un prezzo molto più alto del costo di produzione totale. L’operatore è in grado di realizzare ingenti extra-profitti ed inoltre il livello di produzione è inferiore a quello che si avrebbe in concorrenza in quanto è interesse del Monopolista non soddisfare tutta la domanda: il benessere sociale diminuisce. Da quanto detto si comprende perché contrastare (o imporre, come nel caso della Moneta) situazioni di monopolio è stato, da sempre, il primo e principale obiettivo di intervento dello Stato nell’economia. Non tutti i Monopoli sono però uguali, ergo non tutti giustificano l’intervento diretto dello Stato. Il (quasi) monopolio di Microsoft (più volte multata dall’antitrust sia in Usa che in Europa) sui sistemi operativi per esempio, se da un lato ha impedito la diffusione sul mercato di sistemi concorrenti di Windows, dall’altro ha favorito una diffusione dei pc senza precedenti, anche se poi (gli addetti ai lavori lo sanno) Windows non è (e non è mai stato) affatto il miglior sistema operativo sul mercato. Ma la Microsoft opera in un mercato in cui il bene principale oggetto di scambio, cioè il software, non è una risorsa naturale, ma un prodotto delle capacità e dell’ingegno umano. Vi sono invece casi in cui il monopolio non è dovuto alla superiorità tecnologica o alla spregiudicatezza di un produttore su tutti gli altri, ma alla scarsità del bene. Tali Monopoli sono detti “Monopoli Naturali”: tipici esempi sono il mercato dei Diamanti (il cui 70% a livello mondiale è controllato dall’Olandese Dee Beers) e quello…dell’Acqua. Ora: la ragione per cui un monopolio naturale è destinato a rimanere tale è nella scarsità (ed infungibilità) della risorsa gestita, che non consente la contemporanea presenza di più operatori sul mercato, pena il fallimento di entrambi. E’ tuttavia evidente che se il Monopolio sui diamanti danneggia i consumatori di pietre preziose, quello sull’acqua danneggia tutti e con effetti assolutamente non paragonabili. Conseguenza di ciò, è che gli Stati si siano preoccupati, da sempre, di gestire il monopolio naturale dell’acqua e non quello dei diamanti. Del resto, proprio la costruzione di reti idriche e fognare è, fin da tempi remoti, il segno più tangibile della civiltà e del progresso di un popolo: è per l’Acquedotto e non per il Colosseo che Roma è stata la più grande Civiltà dell’Antichità. Tutti d’accordo quindi sul fatto che l’Acqua non solo sia un Bene Pubblico (cioè di tutti, ovvero di inalienabile proprietà demaniale), ma debba anche essere gestita dallo Stato, in quanto Monopolio Naturale che, se gestito in ottica di profitto, procurerebbe svantaggi per tutti e profitti per pochi? Macchè. Con uno degli ennesimi “passi di gambero” che la nostra società negli ultimi tempi sta compiendo, sospinta dal furore degli ultrà del “libero mercato”, (che sono forse ancora più pericolosi degli ultrà comunisti), è avanzata l’idea (ideologia?) che “privato = efficienza”, anche se i 35miliardi di euro di debiti accumulati da Telecom nella gestione privata, oltre che i recenti disastri finanziari, dovrebbero illuminare tutti sulla totale infondatezza di tale equazione. E così lunedì 23 Novembre u.s, con 302 voti favorevoli, 263 contrari e nessun astenuto, la Camera ha approvato a maggioranza (con voto di fiducia) il Decreto Legge salva- infrazioni per l'attuazione di obblighi comunitari (c.d. “Decreto Ronchi”). Il provvedimento contiene, fra le altre, la riforma dei servizi pubblici locali, tra cui la gestione dell'acqua e la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. «L'acqua è un bene pubblico» e il «decreto non ne prevede la privatizzazione», ha detto il Ministro per le Politiche Comunitarie, Andrea Ronchi. «Nel provvedimento - ha aggiunto Ronchi - viene rafforzata la concezione che l'acqua è un bene pubblico, indispensabile. Si vogliono combattere i monopoli, le distorsioni, le inefficienze con l'obiettivo di garantire ai cittadini una qualità migliore e prezzi minori». Per l'Antitrust, invece, il provvedimento sulla “liberalizzazione” dei servizi pubblici essenziali contenuto nel decreto Ronchi è «un buon provvedimento perché dà luogo a una liberalizzazione da tanto tempo da noi auspicata. L'acqua rimane un bene pubblico ma il servizio finalmente viene liberalizzato», grazie al meccanismo delle gare. Per Antonio Catricalà (Presidente dell’antitrust) il provvedimento «non significa che necessariamente si avrà una privatizzazione, ma si apre ai privati la possibilità di entrare nell'esercizio di questo servizio pubblico essenziale». Domanda: ma affidare la gestione degli Acquedotti ai privati significa “liberalizzare”? Alla luce di quanto su detto il lettore sa che la risposta è no: il Monopolio dell’acqua, essendo un Monopolio Naturale, è praticamente ineliminabile. E’ quindi molto più rispettoso sia della verità che del significato proprio di termini e parole, dire che il Decreto Ronchi “privatizza”, cioè affida ai privati la gestione di Aziende Monopoliste finora di proprietà pubblica e non “liberalizza”, perché non avremo due o più società che forniscono acqua, ma una ed una soltanto (proprio come ora) con la differenza che a gestire tali società saranno i privati. Il rischio insomma è che l’Acquedotto Pugliese (che con i suoi 18.000km di rete è l’Opera Pubblica più grande d’Europa), s.p.a. ora controllata della Regione Puglia, passi in mani private, con prevedibili conseguenze sulle nostre bollette. ''La Regione Puglia ricorrerà alla Consulta contro questa legge - ribadisce il Governatore della Puglia Nichi Vendola - e metterà a punto un disegno di legge che tuteli il carattere pubblico della proprietà e della gestione delle risorse idriche. L'acqua e' e deve restare un bene comune, non un prodotto per fare business. I responsabili di questo crimine dovranno risponderne all'Opinione Pubblica e a Dio''. “E’ una riforma voluta dall’Europa”, ribattono in molti. Ma se si va a guardare in Europa e altrove, si scopre una realtà ben diversa. In Francia ad esempio, dal 1° gennaio 2010 Parigi tornerà ad una gestione idrica pubblica. Il sindaco Bertrand Delanoë ha deciso di non rinnovare i contratti alle multinazionali francesi Veolia e Suez, dopo 25 anni di gestione in cui l’unico risultato è stato un aumento dei prezzi che non ha portato miglioramenti nel servizio. Grazie alla ri-municipalizzazione, il Comune di Parigi potrà risparmiare 30 milioni di euro l’anno. Dopo Parigi tante altre città francesi stanno prendendo in considerazione l’opportunità di ritornare alla gestione pubblica. Per quanto riguarda la situazione negli Stati Uniti invece, Report, programma di Rai3, ha mostrato come in America l’acqua sia tradizionalmente pubblica ed è sempre stata amministrata dallo Stato. Dovunque, tranne che nel New Jersey. Ma la “privatizzazione – afferma May Fiil Flynn, del Public Citizen Washington – non ha avuto grande successo in questo Paese. Abbiamo anche avuto brutte esperienze con queste compagnie private arrivate con le loro grandi promesse che poi non sono state in grado di mantenere”. Un esempio? “Avevano promesso di abbassare i prezzi e invece i prezzi salivano”. E se negli USA, Paese dove hanno leggi severe su conflitti d’interesse, concorrenza e le regole del mercato (e non solo…) le rispettano (quasi) tutti, non si affidano ai privati per la gestione dell’Acqua, che motivo abbiamo di farlo, ora, proprio noi Italiani?




Antonio Aghilar (Economista)

martedì 5 gennaio 2010

A VOLTE RIS-BOCCIA-NO


Il PD ha incaricato il deputato F. Boccia al fine di costruire un'alleanza per la guida della Regione Puglia. Ha 48 ore di tempo per farlo, poi non si sa......Questa è la decisione del maggior partito di opposizione. Sembra che l'autolesionismo sia diventato un fattore genetico del centrosinistra, un tratto biologico, che sta rovinando e facendo a pezzi un'alternativa di sinistra credibile e responsabile. La Regione Puglia può ancora rappresentare e deve farlo, l'immagine matura del cambiamento, dell'alternativa possibile alla destra reazionaria e antimeridionalista che governa l'Italia. Se non si riparte dalla Puglia, dal meridione che propone temi politici antitetici a quelli del governo sarà ancor più arduo e difficile manifestare, proporre, esaltare il cambiamento. L'Udc che in Campania e in Calabria fa accordi con il Pdl che idea ha della salvaguardia e del rilancio della questione meridionale? L'Idv che con Di Pietro dice una cosa e con Zazzera (coordinatore regionale) un'altra come la pensa sull'acquedotto pugliese, sul nucleare, sulla sanità pubblica, sulle fonti rinnovabili? Il Pd vorrà fare le primarie, visto che esso stesso è il partito delle primarie, oppure Boccia è allergico a quest'ultime (2005 docet)? E' possibile che non riusciamo a riconoscere quanto di buono fatto alla guida della Regione Puglia, sicuramente con i nostri limiti, le nostre contraddizioni, che sono da superare per il bene dei cittadini pugliesi.
Per favore non Boccia-mo la Puglia Migliore...Nichi Vendola presidente 2010...