lunedì 24 dicembre 2012

DOVE SIAMO??? AUGURI SCOMODI E BUON NATALE

Chi non osa porre domande sul proprio futuro, sulla propria città, sulla vita individuale e collettiva, non può pensare di migliorare la propria e l'altrui esistenza, ma vive in una sorta di perenne accettazione del reale, una passivizzazione costante, incapace di reagire e progettare nuovi scenari. Spesso una semplice domanda può aprire varchi, iniziare esplorazioni esistenziali tra le più variegate che possano esserci. Porre le domande è l'arte di chi non è addomesticato a subire comandi, ma è capace di ascoltare il mondo e interrogarlo. D'altronde il Mistero dell'Incarnazione, il Natale è preceduto da un errare e vagabondare per le strade di un pezzo della Giudea per «domandare» un posto dove poter permettere un parto, una nascita, che poi si sarebbe Rivelata la Nascita. Noi non facciamo più questo. Non andiamo in giro per vedere come stanno le cose tra noi, nelle nostre periferie, nelle nostre campagne, nelle istituzioni, nelle scuole, nelle parrocchie, nelle piazze. Pertanto nascono diverse domande, ognuna delle quali provocatoria, ma spero non offensiva. 
 1) Dove sei amministrazione comunale, talmente attaccata alla poltrona che hai accettato di svendere progetti e alternative pur di non cadere. La paura del proprio fallimento rischia di trascinarci tutti nel vortice del fallimento collettivo. Non bisogna aver paura di ammettere i propri sbagli e seguire la voce della coscienza, non quella del potere. Non si può essere annoverati nell'albo degli amministratori e non incidere nel cambiamento del territorio. 
 2) Dove sei Chiesa, lacerata, divisa, incapace di progettare interventi comuni. Quattro parrocchie ognuna per conto proprio e ognuna che lamenta la propria solitudine. La Conversione (metanoia, cambiar testa, cambiare mentalità) passa anche da alcuni messaggi chiari e genuini; fuori dai recinti sacrestani ci sono i crocifissi della storia, i pubblicani del terzo millennio, che attendono l'organizzazione della Carità. 
 3) Dove siete forze dell'ordine, il nostro territorio è schiacciato dal potere mafioso di alcune famiglie che, hanno sulla coscienza la morte per tumori di molte persone (traffico illecito di rifiuti), la rovina di molti giovani e famiglie (droga), la vittoria della subcultura sulla cultura. Orta Nova non ha bisogno di vendette, ma di giustizia e di laici cambiamenti di mentalità, soprattutto nelle famiglie. 
 4) Dove siete associazioni, a volte fin troppo attente a farvi vedere vicino al potere di turno, dimenticandovi della possibilità dell'advocacy, di fare pressioni pacifiche per il riconoscimento di diritti. Non barattate i vostri ideali per qualche promessa o qualche spicciolo, perché siete il tessuto civile e sociale di un paese che ha enorme bisogno della vostra autonomia, della vostra libertà, della vostra volontà di cambiare in meglio il paese. 
 5) Dove sei Orta Nova che vorrei, ancora ferma a cercare di essere voce che smaschera le ingiustizie, ma lontana dall'essere voce e azione che materializza la Speranza di un'Orta Nova migliore. La partecipazione, lo studio e la passione per le cose belle sono le uniche armi per sconfiggere la «malapolitica» e promuovere un autentico cambiamento. 
 6) Dove siete partiti, sempre pronti a chiedere il voto ai cittadini per poi fregarvi di loro nelle scelte politiche, non svolgete più alcuna funzione di collegamento tra i cittadini e le istituzioni, ma considerate la politica una vostra proprietà. 
 7) Dove siamo, ognuno di noi dov'è, chiuso nel proprio guscio esistenziale, oppure parzialmente aperto verso chi accetta le nostre idee, ma incapaci di stimolare dialogo anche nella sana conflittualità di opinioni e vedute. Ogni qual volta si leva un saluto, non si sorride benevolmente, non si stringe una mano verso chi riteniamo nostro avversario, è come se tradiamo quell'antico comandamento dell'umanità di prenderci cura dell'altro, con rispetto e discrezione. Mi scuso per aver generalizzato, sono cosciente che in ogni organizzazione politica, sociale, istituzionale ci sono persone che lavorano onestamente e con grande passione civile; questi pensieri vanno anche a loro, rappresentano un ringraziamento informale per il loro operato quotidiano. Penso che ad Orta Nova ci sia tanta brava gente che lavora e agisce nel silenzio; si tratta di una grande prova di umiltà e sincerità d'animo. Ma a loro dico, che adesso è il tempo di uscire pubblicamente con i propri volti, prendere parte ad un profondo processo di rinnovamento sociale, perché Orta Nova ha bisogno di tutti noi, del nostro impegno visibile, per innescare un cambiamento radicale nella mentalità di tutti noi; poi coscienti del lavoro fatto, ritornare ad agire nel silenzio. Prima che sia troppo tardi, prima che la mafia locale, la droga, pezzi deviati di politica, massacrino ogni speranza di Vita, è arrivato il momento di metterci la faccia. Auguri scomodi e Buona Natale 

 Arturo Gianluca Di Giovine

venerdì 7 dicembre 2012

LA CALVIO-RELLA

Diagnosi di un Sistema politico. La calvio-rella non è una malattia, non è nemmeno una particolare forma di diarrea, ma è la forma di inciucio politico amministrativo, figlia dell'attuale sistema di potere che vede PD e PDL sostenere insieme il governo Monti, ossia la sospensione tecnocratica e finanziaria della democrazia. Calvio e Moscarella rappresentano facce della stessa medaglia, modi apparentemente differenti, ma sostanzialmente identici di fare politica. I due partiti ad Orta Nova (PD e PDL), hanno condizionato a colpi di voti trasversali il sistema politico locale; nel 2006 l'allora candidato sindaco Moscarella fu votato da una parte consistente dei Democratici di Sinistra e nel 2011 il favore viene ricambiato dal voto dei moscarelliani verso l'attuale amministrazione Calvio. Gli accordi che provengono dai 'capetti' politici provinciali e regionali sono il frutto di volontà politiche distanti da Orta Nova e che trovano espressione sul nostro territorio, perché i nostri responsabili locali sono succubi delle scelte provenienti dall'esterno. Questi accordi permettono al sottobosco affaristico del paese di continuare a governare economicamente il paese, senza possibilità di cambiare politica economica, sociale e culturale. Gli accordi probabilmente prevedevano la possibilità di mantenere, chiusi, negli armadi del 'malgoverno', della 'malapolitica', atti che potrebbero condannare dal punto di vista politico qualche amministratore. Adesso la calvio-rella si sta frantumando, gli accordi si stanno sfilacciando (vedi politica zona Pip), i due schieramenti fingeranno o si dichiareranno guerra, ma alla prossima occasione ri-troveranno accordi. Una sola sembra la strada per progettare un vero e profondo cambiamento politico: ogni cittadino deve riappropriarsi della politica, deve partecipare e costruire assieme ai movimenti civici sentieri di alternativa e di buona politica. Non ci sono altre strade se non la partecipazione democratica di un popolo che riscopre la dignità di essere tale. Arturo Gianluca Di Giovine

martedì 4 dicembre 2012

I Cittadini prima di tutto...

Quando una nuova testata si affaccia nel panorama giornalistico, anche se, di modeste dimensioni, destinato alla ristretta comunità ortese e sopratutto senza grandi mezzi,in quel luogo si arricchiscono libertà e democrazia. Se poi la volontà di dare corpo all’iniziativa è di un gruppo di persone animate da un qualche ideale, desiderosi di un impegno Politico nel quale portare l'aria fresca e le facce pulite , la soddisfazione di uno come me, diventa pian piano, qualcosa di diverso, qualcosa che posso chiamare speranza; speranza di vedere nella mia città un dibattito Politico utile,e contribuire alla crescita di aiutarla e sostenerla. La nostra città vive un momento molto triste della sua storia ed in essa si registra in termini gravissimi l'assenza di una classe dirigente all'altezza delle sfide del presente e del futuro, che saranno sempre più difficili. Molte sono le responsabilità per questo stato di cose, sopratutto della classe politica che negli ultimi trent'anni ha animato il dibattito culturale e politico cittadino in modo sterile, inoltre segnata anche dalla mancata partecipazione dei cittadini. Dobbiamo prendere atto tutti, che è mancato da parte dei partiti la costituzione di nuovi soggetti che dovevano rinnovare gli stessi. È una responsabilità gravissima, imputabile ad un’incapacità e un limite della classe politica. Ciò che delle vicende ortesi, sempre di basso profilo, più mi ha colpito in questi ultimi mesi, è stato, ad esempio, vedere alcuni giovani pieni di idee e partecipi, appassionati ad ideali di libertà, solidarietà e di buon governo, sono stati emarginati e addirittura criminalizzati. Mi chiedo: "chi può temere un giovane che vuole impegnarsi nella vita politica cittadina?" Come si può aver paura dei giovani? e se poi questi partiti concordi tra di loro agiscono con figure ormai votate alla più squallida cortigianeria, qual è l'esito? Personalmente traggo la conclusione che occorre sostenere questo gruppo,"L'Orta Nova Che Vorrei", e questo piccolo giornale, farlo diventare sempre più importante, aiutare i cittadini a riscoprire la bellezza della politica attiva, quella fatta di grandi ideali al servizio della gente, della nostra città, del nostro futuro. Pino Balestrieri

domenica 2 dicembre 2012

MEDICINA E TERRITORIO

Da parecchio tempo si blatera di una riforma che renda più efficiente il tessuto del sistema sanitario e che vengano ottimizzate le risorse attraverso delle modifiche mirate. Una di queste modifiche sarà l'apertura degli Ambulatori della Medicina Generale h24. Su questa nuova situazione si è espresso il dr. Marcello Menga, Medico di Medicina Generale, che presta servizio a Orta Nova. “Così come viene oggi concepita la M.G. , la riforma sarà un enorme bluff, soprattutto nelle zone periferiche, perché le sono state sottratte tutte quelle competenze che la rendono veramente autonoma ed efficiente. Oltre ad un'enorme burocratizzazione, il Medico di M.G. é impegnato tutto il giorno nel “Copia e Incolla” della ricetta, il "casus belli" più eclatante". La precisa analisi fatta, ci fa capire che il sistema di connettività delle zone centrali con quelle periferiche, fa di queste ultime centri sanitari inetti e improduttivi e rende il territorio sempre più ospedalocentrico. La situazione dei 5 Reali Siti è imbarazzante in quanto le istituzioni non sono indifferenti, bensì non percepiscono proprio il problema, il che è più grave; quella di Orta Nova è davvero paradossale: pochi mesi fa è stata inaugurata la “Cittadella della Sanità”, nella quale risiedono il poliambulatorio e il C.S.M.(centro di salute mentale). Oltre a non riuscire ad assicurare una copertura degli incarichi senza soluzione di continuità di quest'ultimo Servizio, quello di Chirurgia da sempre è stato ridotto alla situazione imbarazzante di espletare attività burocratica e nient'altro, perché nella Cittadella della Sanità non si possono neanche mettere i punti. Su questo scandaloso castello di sabbia si espresso duramente il dottor Marcello Menga:”Nei 5 Reali Siti la situazione è già ridotta all'osso perché non abbiamo la possibilità e gli strumenti per poter eseguire un trattamento basilare o una terapia di sostegno. Per esempio: nell'urgenza per eseguire un elettrocardiogramma bisogna per forza spostare l'ambulanza del 118; non esistono risorse, ma neanche viene concepita la creazione di un'assistenza domiciliare. Ecco perché abbiamo il Pronto Soccorso di Foggia e Cerignola in costante empasse. Queste situazioni sono insopportabili perché molto spesso ci mettono nelle condizioni di eseguire prestazioni con un senso di frustrazione ed impotenza, altre volte con un senso di nauseabondo pressapochismo che é inaccettabile”. In questo periodo in cui le celebri e purtroppo sempre più frequenti morti di atleti fanno sì che si preveda un defibrillatore in ogni dove, viene spontaneo chiedersi a cosa possa servire un defibrillatore in un paese come Orta Nova quando i medici non hanno neanche la possibilità di mettere i punti di sutura? Savino Sciusco