Lunedì
27 maggio 2013 si apre il processo relativo alla trattativa Stato-Mafia. Gli
imputati sono:
-
Antonio Subranni, ex comandante dei Ros, che secondo la procura di
Palermo sarebbe stato al corrente delle manovre di Mori, De Donno e Mannino
(Dc), il quale si sarebbe rivolto a lui per aprire la trattativa;
-
Mario Mori, comandante dei Ros, già indagato per la mancata
perquisizione del covo di Riina, sotto processo per il mancato arresto di
Provenzano, sarebbe l’uomo che apre dei canali con Vito Ciancimino (sindaco di
Palermo) per fermare le stragi dei corleonesi;
- Giuseppe De Donno, ex colonello dei Carabinieri, è lui che secondo gli inquirenti inizia la trattativa;
- Giuseppe De Donno, ex colonello dei Carabinieri, è lui che secondo gli inquirenti inizia la trattativa;
-
Calogero Mannino, diventa l’obiettivo della mafia quando la Cassazione
conferma le condanne del maxi processo del ’92, secondo la procura avrebbe
aperto un contatto con cosa nostra tramite Subranni;
- Marcello Dell’Utri (Forza Italia), secondo la Procura è l’uomo
cerniera tra lo Stato e la mafia;
- Nicola Mancino
(ministro dell’interno nel ’92), indagato per falsa testimonianza, in quanto
nel processo Mori ha dichiarato il falso per proteggere uomini delle
istituzioni; sono note le intercettazioni con Loris D’Ambrosio, consulente
giuridico della Presidenza della Repubblica (Giorgio Napolitano), che trattano
di questi eventi;
-
Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, indagato per concorso esterno in
associazione mafiosa;
- Leoluca Bagarella, fedelissimo di Riina, fece parte del
commando che decretò le stragi del ’93;
- Giuseppe Brusca,
boss di San Giuseppe Jato, sostituisce Riina dopo l’arresto;
-
Antonino Cinà, medico di Riina e Provenzano, sarebbe colui che presentò
il papello (le richieste della mafia allo Stato) a Massimo Ciancimino e ai
carabinieri del Ros;
- Totò
Riina, boss dei corleonesi, l’uomo delle stragi che dichiara guerra allo
Stato, arrestato in circostanze misteriose;
-
Bernardo Provenzano, dopo Riina capo di cosa nostra, è colui che guida
la trattativa e consegna Riina allo Stato, è l’uomo della pax mafiosa.
Scrive Ingroia, ex procuratore aggiunto della Procura di Palermo, che «la politica antimafia dello stato italiano è sempre stata una politica di contenimento del potere mafioso, mai una politica di annientamento» (Ingroia, 2012,p.43).
Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, partendo dal nostro piccolo!!!
Scrive Ingroia, ex procuratore aggiunto della Procura di Palermo, che «la politica antimafia dello stato italiano è sempre stata una politica di contenimento del potere mafioso, mai una politica di annientamento» (Ingroia, 2012,p.43).
Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, partendo dal nostro piccolo!!!
Riferimenti
Ingroia,
A. (2012). Io so.
Milano:Chiarelettere