martedì 24 dicembre 2013

HO VISTO UN RE!!!!


In questi giorni ascoltando la straordinaria canzone  Ho visto un Re di Iannacci, ho riflettuto sul titolo della canzone e interpretandolo in maniera differente da Iannacci, vorrei provare a dirvi che anch'io ho visto un Re diverso dagli altri re, povero, sofferente, ma Ricco di Amore.
Ho visto un Re nei reparti di oncologia ed ematologia, l’ho visto vicino a chi vomitava le chemio, o raccoglieva i capelli che cadevano per gli effetti delle medicine;
- ho visto un Re, nei reparti di neonatologia, vicino a bambini piccoli, molto piccoli, che non pesavano nemmeno un kg, e l’ho visto vicino ai genitori, per far vincere la Vita;
- ho visto un Re nelle buie baracche delle nostre campagne, trovandovi bambini gioiosi di vivere;
- ho visto un Re girando tra i poveri che con dignità rivendicano un posto nella società;
- ho visto un Re negli occhi di chi non si rassegna e vuole cambiare, scontrandosi contro tutti e tutto, ma con delicatezza e tenerezza;
- ho visto un Re negli occhi di mio figlio e mia moglie, l’ho visto mentre li vedevo abbracciati nonostante Elia fosse molto piccolo, ma li ho visto il Re dell’Amore stravincere, in un semplice abbraccio tra due sue creature piccole, fragili, ma ricolme di speranza e di vita.
Vorrei vedere questo Re in ogni momento della vita della nostra comunità, e soprattutto vorrei che per la Speranza di un mondo migliore ciascuno di noi possa andare fino in fondo, rischiando la propria vita…Auguro a tutti voi di incontrare lo stesso Re e soprattutto di provare a cambiare ciò che non va (la mafia nel nostro territorio); come sostiene Dostoevskij in Ricordi dal sottosuolo se tutto ciò che non va è un muro e non si riesce ad abbatterlo vi auguro almeno di non conciliarvi mai con quel muro seppur le nostre forze sono insufficienti.

Buon Natale e come direbbe don Tonino Bello Auguri Scomodi!!!!

domenica 15 dicembre 2013

REPORTAGE DAL PRESIDIO.



Dal 9 dicembre 2013 in piazza P. Nenni il presidio del coordinamento 9 dicembre  ha avuto molti problemi da risolvere e si è trovato di fronte a situazioni ambigue nelle quali la difesa delle proprie istanze e delle proprie rivendicazioni è stata, ed è in contraddizione con quanto fatto e praticato. Prima di addentrarci in alcune riflessioni personali, ritengo doveroso sottolineare l’abnegazione degli uomini del coordinamento di Orta Nova per essere continuamente presenti, vigili e attenti anche nel ‘disertare’ esasperazioni violente e illegali. Già, il coordinamento dopo aver dialogato, giustamente,  con le istituzioni (sindaco di Orta Nova) si è anche aperto alla possibilità di condividere percorsi con le stesse istituzioni, quasi perdendo l’autonomia organizzativa e strategica (ancora molto confusa) del movimento. L’operazione doveva servire a calmare gli animi (giustissimo) ed a neutralizzare la componente violenta (giustissimo), ma ha anche de-potenziato la natura contestativa del movimento, che credo vuole cambiare radicalmente le cose e pertanto non può provare percorsi integrativi con chi rappresenta l’attuale sistema. Penso che di questo i membri del coordinamento hanno avuto timore, soprattutto della possibilità di essere considerati dei ‘traditori’, e così da una parte mostrano il lato ‘istituzionale’, ma dall’altra parte il lato ‘contestativo’ , cercando di mantenerli entrambi. Ebbene, io penso che il cerchiobottismo è reazionario, mentre la chiarezza non violenta, dell’auto-organizzazione e dell’autonomia movimentista sia rivoluzionaria. Si può dialogare con le istituzioni mantenendo un profilo autonomo e perfino dissenziente. Mentre reputo molto importante e positiva l’idea del coordinamento stesso di riempire di contenuti il presidio, discutendo di signoraggio bancario, del meccanismo europeo di stabilità e  di politiche economiche.

Il movimento, in Italia,  purtroppo è invaso da forze delinquenziali e destroidi, che stanno deturpando la genuinità rivendicativa dello stesso: l’uscita dalla miseria. Bisogna approfondire questo aspetto, come bisogna farsi domande sul perché alla fine le attività commerciali ‘devono’ stare aperte, non penso sia solo un orientamento giusto e vitale dei commercianti stessi, ma anche l’imposizione di chi ha molte attività commerciali mascherate anche attraverso presta-nomi e controlla il nostro territorio. Per evitare tutto ciò, le persone oneste e libere non possono stare a guardare, devono provare a orientare la protesta verso sentieri non-violenti, per la tutela e la realizzazione dei diritti costituzionali. Infine proprio quelle persone che si professano vicine e solidali con il movimento, attraverso comunicati e/o altre modalità, spero si facciano concretamente vedere, in quanto l’adesione non può essere solamente virtuale, ma reale.        

mercoledì 11 dicembre 2013

REPORTAGE DAI BLOCCHI.



Orta Nova, 9 dicembre 2013, ore 16:00 dopo un grande corteo per le vie della città e l’adesione di tutte le attività commerciali alla protesta, ci dirigiamo verso la S.S. 16, perché apprendiamo che un gruppo di manifestanti ha occupato la strada. Il blocco della statale permette di bloccare Tir, camion e altri mezzi di trasporto pesanti, al fine di bloccare l’Italia. Le ragioni dello sciopero sono diverse e seppur poco chiare, esse sono incarnate da donne e uomini che non ce la fanno più: allo stremo delle forze economiche, sociali e morali si vuole cambiare tutto. Non possiamo permetterci di apostrofare come fascisti o populisti chi manifesta, ma dobbiamo, invece, saper ascoltare un grido di dolore che proviene dalle viscere, di chi ha perso tutto, sta perdendo oppure non ha niente da conquistare. Ascoltare, comprendere e condividere percorsi di cambiamento può divenire la via maestra per uscire dalle crisi. È vero alcune forze fasciste sono intervenute nella protesta, ma sono arrivate dopo la proclamazione delle manifestazioni e tentano di farla loro ed è anche vero che ci sono personaggi ‘ambigui’ nelle proteste, serve riconoscerlo, ma non per etichettare. A tutti coloro che non vogliono questa deriva sta l’onere di evitarlo, provare a proletarizzare le rivendicazioni e far sì che possa essere mantenuto e/o ricostruito il carattere popolare, democratico e costituzionale delle manifestazioni. Penso sia importante che i movimenti si coordino tra di loro, raggiungano sintesi al loro interno e con gli altri movimenti degli altri territori, per essere chiari nelle rivendicazioni ed anche riflettere e auto-formarsi sulle proposte di cambiamento; insomma provare a creare una massa critica.

Di fronte ad una mamma che piange perché non riesce a dar da mangiare ai propri figli io non posso che abbracciarla.