martedì 31 dicembre 2013
martedì 24 dicembre 2013
HO VISTO UN RE!!!!
In
questi giorni ascoltando la straordinaria canzone Ho visto
un Re di Iannacci, ho riflettuto sul titolo della canzone e interpretandolo
in maniera differente da Iannacci, vorrei provare a dirvi che anch'io ho visto
un Re diverso dagli altri re, povero, sofferente, ma Ricco di Amore.
Ho
visto un Re nei reparti di oncologia ed ematologia, l’ho visto vicino a chi
vomitava le chemio, o raccoglieva i capelli che cadevano per gli effetti delle
medicine;
-
ho visto un Re, nei reparti di neonatologia, vicino a bambini piccoli, molto
piccoli, che non pesavano nemmeno un kg, e l’ho visto vicino ai genitori, per
far vincere la Vita;
-
ho visto un Re nelle buie baracche delle nostre campagne, trovandovi bambini
gioiosi di vivere;
-
ho visto un Re girando tra i poveri che con dignità rivendicano un posto nella
società;
-
ho visto un Re negli occhi di chi non si rassegna e vuole cambiare,
scontrandosi contro tutti e tutto, ma con delicatezza e tenerezza;
-
ho visto un Re negli occhi di mio figlio e mia moglie, l’ho visto mentre li
vedevo abbracciati nonostante Elia fosse molto piccolo, ma li ho visto il Re
dell’Amore stravincere, in un semplice abbraccio tra due sue creature piccole,
fragili, ma ricolme di speranza e di vita.
Vorrei
vedere questo Re in ogni momento della vita della nostra comunità, e
soprattutto vorrei che per la Speranza di un mondo migliore ciascuno di noi
possa andare fino in fondo, rischiando la propria vita…Auguro a tutti voi di
incontrare lo stesso Re e soprattutto di provare a cambiare ciò che non va (la
mafia nel nostro territorio); come sostiene Dostoevskij in Ricordi dal sottosuolo se tutto ciò che non va è un muro e non si
riesce ad abbatterlo vi auguro almeno di non conciliarvi mai con quel muro
seppur le nostre forze sono insufficienti.
Buon
Natale e come direbbe don Tonino Bello Auguri Scomodi!!!!
domenica 15 dicembre 2013
REPORTAGE DAL PRESIDIO.
Dal
9 dicembre 2013 in piazza P. Nenni il presidio del coordinamento 9
dicembre ha avuto molti problemi da
risolvere e si è trovato di fronte a situazioni ambigue nelle quali la difesa
delle proprie istanze e delle proprie rivendicazioni è stata, ed è in
contraddizione con quanto fatto e praticato. Prima di addentrarci in alcune
riflessioni personali, ritengo doveroso sottolineare l’abnegazione degli
uomini del coordinamento di Orta Nova per essere continuamente presenti, vigili
e attenti anche nel ‘disertare’ esasperazioni violente e illegali. Già, il
coordinamento dopo aver dialogato, giustamente,
con le istituzioni (sindaco di Orta Nova) si è anche aperto alla
possibilità di condividere percorsi con le stesse istituzioni, quasi perdendo l’autonomia
organizzativa e strategica (ancora molto confusa) del movimento. L’operazione
doveva servire a calmare gli animi (giustissimo) ed a neutralizzare la
componente violenta (giustissimo), ma ha anche de-potenziato la natura
contestativa del movimento, che credo vuole cambiare radicalmente le cose e
pertanto non può provare percorsi integrativi con chi rappresenta l’attuale
sistema. Penso che di questo i membri del coordinamento hanno avuto timore,
soprattutto della possibilità di essere considerati dei ‘traditori’, e così da
una parte mostrano il lato ‘istituzionale’, ma dall’altra parte il lato
‘contestativo’ , cercando di mantenerli entrambi. Ebbene, io penso che il
cerchiobottismo è reazionario, mentre la chiarezza non violenta,
dell’auto-organizzazione e dell’autonomia movimentista sia rivoluzionaria. Si può
dialogare con le istituzioni mantenendo un profilo autonomo e perfino
dissenziente. Mentre reputo molto importante e positiva l’idea del
coordinamento stesso di riempire di contenuti il presidio, discutendo di
signoraggio bancario, del meccanismo europeo di stabilità e di politiche economiche.
Il
movimento, in Italia, purtroppo è invaso
da forze delinquenziali e destroidi, che stanno deturpando la genuinità
rivendicativa dello stesso: l’uscita dalla miseria. Bisogna approfondire
questo aspetto, come bisogna farsi domande sul perché alla fine le attività
commerciali ‘devono’ stare aperte, non penso sia solo un orientamento giusto e
vitale dei commercianti stessi, ma anche l’imposizione di chi ha molte attività
commerciali mascherate anche attraverso presta-nomi e controlla il nostro
territorio. Per evitare tutto ciò, le persone oneste e libere non possono
stare a guardare, devono provare a orientare la protesta verso sentieri
non-violenti, per la tutela e la realizzazione dei diritti costituzionali.
Infine proprio quelle persone che si professano vicine e solidali con il
movimento, attraverso comunicati e/o altre modalità, spero si facciano
concretamente vedere, in quanto l’adesione non può essere solamente virtuale,
ma reale.
mercoledì 11 dicembre 2013
REPORTAGE DAI BLOCCHI.
Orta
Nova, 9 dicembre 2013, ore 16:00 dopo un grande corteo per le vie della città e
l’adesione di tutte le attività commerciali alla protesta, ci dirigiamo verso
la S.S. 16, perché apprendiamo che un gruppo di manifestanti ha occupato la
strada. Il blocco della statale permette di bloccare Tir, camion e altri mezzi
di trasporto pesanti, al fine di bloccare l’Italia. Le ragioni dello sciopero
sono diverse e seppur poco chiare, esse sono incarnate da donne e uomini che
non ce la fanno più: allo stremo delle forze economiche, sociali e morali si
vuole cambiare tutto. Non possiamo permetterci di apostrofare come fascisti o
populisti chi manifesta, ma dobbiamo, invece, saper ascoltare un grido di
dolore che proviene dalle viscere, di chi ha perso tutto, sta perdendo oppure
non ha niente da conquistare. Ascoltare, comprendere e condividere percorsi di
cambiamento può divenire la via maestra per uscire dalle crisi. È vero
alcune forze fasciste sono intervenute nella protesta, ma sono arrivate dopo la
proclamazione delle manifestazioni e tentano di farla loro ed è anche vero che
ci sono personaggi ‘ambigui’ nelle proteste, serve riconoscerlo, ma non per
etichettare. A tutti coloro che non vogliono questa deriva sta l’onere di
evitarlo, provare a proletarizzare le rivendicazioni e far sì che possa
essere mantenuto e/o ricostruito il carattere popolare, democratico e
costituzionale delle manifestazioni. Penso sia importante che i
movimenti si coordino tra di loro, raggiungano sintesi al loro interno e con
gli altri movimenti degli altri territori, per essere chiari nelle
rivendicazioni ed anche riflettere e auto-formarsi sulle proposte di
cambiamento; insomma provare a creare una massa critica.
Di fronte ad una mamma che piange perché non riesce a dar da
mangiare ai propri figli io non posso che abbracciarla.
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