giovedì 21 gennaio 2010

HO INCONTRATO NICHI


di Don Tonio Dell’Olio

Ho incontrato Nichi lungo la via che portava da casa mia a Sarajevo. Nel cuore dei conflitti vicini che ti sorprendono e non te li aspetti. La guerra che ti aggredisce come una lite di condominio ed è una dirimpettaia accerchiata e umiliata dai cecchini e dall’indifferenza. Per questo decidemmo di rompere il cerchio, di aprirci nell’abbraccio dell’accoglienza e di andare a visitare quelle ombre che assumevano un volto e un nome. Andavamo a Sarajevo anonimi e dolenti, discreti e silenziosi a pretendere che non ci fosse inchiostro per noi sui giornali ma per loro sì, per le vittime sì. E poi fu Bagdad e Kurdistan, Saharawi e Palestina…Ho incontrato Nichi nelle stesse case povere dei familiari delle vittime di mafia di Calabria e di Sicilia a dissuaderli di ricominciare a vivere e di non vergognarsi, che semmai dovevano vergognarsi i violenti, i senza Dio, quelli che si facevano pagare con la vita degli altri. A raccontare che non è vero che “se l’hanno ucciso qualcosa ha fatto e che se si faceva i fatti suoi…” L’antimafia dello stare accanto, del farsi prossimo, dell’imparare da questa università della strada che non conferisce lauree ma che ti insegna ciò per cui vale la pena vivere e persino morire.Ho incontrato Nichi a denunciare i soprusi dei potenti con parole di poesia che a volte sembravano sprecate per dire di spregio e di interessi da difendere e di privilegi da garantire quando i braccianti nelle campagne venivano sfruttati come bestie da soma, nuovi schiavi ai remi della nave del mercato. Immolati sull’altare di un’economia globale che costruisce nuove torri di Babele dove i mattoni contano più delle persone. Ed era a Genova, il G8 e ai Social Forum Mondiali a scrutare in lontananza un altro mondo possibile. Anzi necessario e urgente.Ho incontrato Nichi nello stesso abbraccio di don Tonino Bello dove ci siamo persi e ritrovati e abbiamo riconosciuto il profumo di parole nuove. Profumo di pane e di Vangelo. Una scuola della speranza che vince la rassegnazione a una chiesa che non si scaldi agli stessi bracieri dei poveri e preferisca piuttosto gli orpelli dei grandi. Non una consolazione ma una sfida che ci insegnava a “osare la pace per fede” e ad avere il cuore vicino e i battiti lontani. A vivere insieme la passione e il sogno di Isaia di “forgiare le spade in vomeri e le lance in falci”.Ho incontrato Nichi anche quando ha accettato la sfida più grande e impegnativa di provare a cambiare le cose stando nel palazzo. Confesso che inizialmente ho provato compassione per lui che conosceva piuttosto le mappe delle strade da percorrere fianco a fianco nei cortei e nelle marce della pace. Ma quando abbiamo fissato sul muro della sala della giunta l’intitolazione a Ester Ada, ragazza partita dalla Nigeria e arrivata a Lampedusa cadavere ostentato per cinque giorni sul ponte della nave turca Pinar nella macabra danza tra Malta e l’Italia, ho pensato che si poteva cambiare. I non-previsti, i non-garantiti, i non-voluti, le pietre di scarto, i respinti avevano chiesto e ottenuto asilo e dignità. Qualcuno aveva abbassato i ponti levatoi dell’istituzione. Ho capito che ne valeva la pena e che ancora ne vale. Perché a ciascuno siano garantiti pane e diritti, ascolto e rispetto, giustizia. È un laboratorio di politica autentica perché ha “in corpo l’occhio del povero”.
Ne vale la pena.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma la Chiesa non dovrebbe NON interferire con la politica?

Anonimo ha detto...

Carissimo Anonimo, non so se hai mai letto qualche libro di don Andrea Gallo dove spiega la vera legge di Dio e della chiesa che a volte il papa, i vescovi e i preti nascondono. In ogni situazione il prete deve prendere una parte, deve schierarsi e mai rimanere indifferente è questa la legge della chiesa e sopratutto se leggi l'apocalisse c'è scritto che chi rimane indifferente Dio lo punirà....

Anonimo ha detto...

Sono il 1° anonimo. Mi chiamerò Anonimo1.
Dunque don Gallo è il vero interprete della dottrina cattolica. Papa,cardinali e vescovi formano una congrega a parte! Io pensavo il contrario. So che chi non presta obbrdienza alle verità proposte dai legittimi pastori si chiama eretico e chi rifiuta tale autorità è considerato scismatico. Don Gallo può legittimamente creare una chiesa a parte. Nulla in contrario.