Anatomia di una pratica inutile.
Alla fine gli sgomberi rappresentano il trait d’union di due versanti politici
apparentemente contrari, ma irrimediabilmente vicini. Sia parte del Pdl con il
consigliere Tarantino, che parte della maggioranza Calvio/Ladogana convengono
che gli sgomberi sono l’unica strada possibile per acquietare gli animi e le
lamentele di alcuni cittadini.
L’oggetto di divisione tra i due schieramenti
contendenti la medaglia come migliori sceriffi della contea di New Yort è la
seguente: il primato dell’effettiva esecuzione degli sgomberi.
Mentre il consigliere Tarantino (Pdl) rivendica la
paternità della scelta politica e della rappresentanza, altrettanto politica,
di sfruttatori dei lavoratori migranti, di proprietari terrieri che di giorno
vogliono mandare via i migranti, ma di notte preferiscono accoglierli (soprattutto
le donne); la maggioranza Calvio/Ladogana riesce da una parte a soddisfare gli
appetti razzisti e xenofobi di chi vuole solo ‘cacciare’ ciò che ritiene lo
scarto umano, dall’altra a denunciare situazioni di sfruttamento delle persone.
Un po’ con Dio e un po’ con Mammona.
Nel comunicato n.146 del 27/7/2013 il duo
Calvio/Ladogana comunica che «ciò che
accade nelle nostre campagne nulla ha a che fare con un sistema organizzato di
accoglienza solidale nei confronti dei migranti», tuttavia una cosa è certa
«non possiamo tollerare l’esistenza di simili insediamenti sul nostro
territorio, quindi quei campi abusivi devono essere sgomberati e le baracche smantellate».
Delle persone, dei bambini, e del loro continuo vagare, niente!!!Tuttavia
«devono essere attivati tutti i controlli di legge sui proprietari dei fondi
occupati e le aziende agricole presso cui queste persone hanno sostenuto di
lavorare», chissà se avverranno!!!
Nel comunicato n.147 del 3/8/2013 il gabinetto del
sindaco sostiene che «la Regione Puglia fornirà assistenza e servizi igienici
agli immigrati del campo in contrada la Palata e dell’Hotel Africa» mentre si
«definiscono le misure da adottare per bloccare l’aumento delle presenze,
smantellare le strutture esistenti» per costruire un sistema di accoglienza. Come
si fa a costruire un sistema di accoglienza compiendo solo sgomberi? I bambini
che vanno a scuola, le persone che cercano onestamente di lavorare che fino
hanno fatto? Nello stesso comunicato si
evince che la Regione Puglia e alcune associazioni umanitarie sono state
incaricate dall’amministrazione comunale a occuparsi della situazione (bagni chimici,
fornitura di acqua e verifica delle condizioni di salute). Ad oggi non è stato
fatto!!!
Le polemiche dei due consiglieri Tarantino e
Ladogana risultano sterili e tendenti alla pratica politica più amata nella
nostra città: lo scarica barile.
Ritengo che una città come la nostra, terra di
transumanza di passaggi e incontri abbia
nel proprio patrimonio genetico l’accoglienza, per la costruzione di un villaggio solidale e conviviale.
Possiamo farlo solo se le anime belle della città si uniscano e mettano insieme le proprie
forze per costruire sentieri di dignità. Le persone migranti e chiunque sia in
difficoltà economico-sociale, le parrocchie, il nascente Osservatorio Caritas
cittadino e tutte le istituzioni penso abbiano il diritto/dovere di sedersi
intorno ad un tavolo e provare a progettare
una strategia inclusiva.
Si potrebbe creare un’agenzia sociale di
intermediazione abitativa, con la partecipazione dell’ente comune così da
raggiungere i proprietari di case sfitte e provare a stipulare contratti equi e
popolari per famiglie bisognose (che naturalmente dovranno cercare di pagarsi
l’affitto) e così ridurre anche la crisi immobiliare degli affitti. La stessa
agenzia potrebbe stimolare il recupero di vecchi casolari vittime dell’incuria
per intraprendere percorsi di auto-costruzione. L’Osservatorio Caritas con le
parrocchie potrebbe progettare e offrire alcuni servizi essenziali e primari
(cibo, vestiario, uso di docce e bagni) soprattutto per i bambini. I sindacati
potrebbero assieme al comune e al centro per l’impiego redigere delle liste di
lavoratori e contattare le aziende locali per contratti regolari, così
regolarizzando l’attività lavorativa con salari dignitosi si aiuta la
convivialità.
Si possono fare grandi cose, naturalmente tutto
passa per il pieno coinvolgimento dei diretti interessati (tutti senza
distinzione) che devono essere artefici e costruttori del percorso inclusivo.
Questi tristi eventi hanno contrassegnato due
aspetti negativi che penso vadano combattuti fino all’estremo delle forze:
- la subcultura
della ricerca del consenso locale con metodologie populiste;
- il silenzio di
chi invece dovrebbe tuonare contro simili ingiustizie.
Orta Nova, terra di transumanza e di coltura, luogo
di passaggio di pastori che provenivano dall’Abbruzzo e, tra questi,
probabilmente vi erano anche Rom, stanziatisi in Abbruzzo intorno al sec XV
d.C., che possiamo riconoscere da alcuni influssi dialettali.
Noi siamo per natura un luogo di contaminazioni;
però vi prego non ditelo a Tarantino e Ladogana, perché c’è il rischio che
possano scoprire qualche ascendente Rom nelle loro famiglie e così
auto-emanarsi ordinanze di sgombero!!!