mercoledì 10 novembre 2010

Aborto clandestino: allarme sociale


La gravidanza rappresenta un evento biologico, sociale ed emotivo che va a coinvolgere l’ aspetto fisico, dinamico, emozionale, ambientale, relazionale della donna. E’ un dato di fatto che il modo in cui si partorisce e si nasce ci descrive in maniera sottile e raffinata le caratteristiche di una società e della sua cultura. La tutela della salute in ambito materno/infantile costituisce un impegno di valenza strategica dei sistemi socio sanitari al fine di promuovere il benessere psico-fisico di una determinata popolazione secondo un approccio di salvaguardia dell’ integrità psicologica e mentale della donna e del feto e di bisogno di umanizzazione delle cure prenatali.
Fare un figlio è un piano di sviluppo del modello familiare. Purtroppo nella società odierna è diffuso il fenomeno del “ voler gettare il prodotto del concepimento” e il ricorso agli aborti legali, ma anche clandestini, praticati soprattutto dalle donne dell’ Est che non essendo molto informate sulla legge 194/78
( legge sull’ interruzione volontaria di gravidanza che va a tutelare lo stato di salute della donna ) incorrono in errori illegali che vanno a compromettere il loro stesso stato di salute oltre a comportare la morte del feto.
Tra le nuove cittadine si è sviluppato infatti l’ uso improprio di prostaglandine, normalmente prescritte dai medici e acquistate in farmacia per la cura, a detta loro, del mal di stomaco. Esistono infatti farmaci gastro-protettori che, assunti a dosi specifiche, provocano forti contrazioni uterine inducendo , cosi, l’ aborto oltre che una serie di effetti collaterali anche mortali. Soprattutto le straniere si avvalgono di sentieri oscuri e nascosti per procurarsi queste pillole : sulle navi, tra gli indumenti provenienti da Cina o Romania oppure tramite siti internet. Il farmaco nell’ 80% dei casi induce l’ aborto ma gli eventi avversi sono seri; le donne arrivano negli ospedali con gravi problemi di rottura o perforazione d’ utero, emorragie, ritenzione placentare..
E’ pertanto doveroso informare le donne, in particolare quelle più in difficoltà, circa la legge 194/78 “ Norme per la tutela della maternità e sull’ interruzione volontaria di gravidanza” che sancisce le modalità di ricorso all’ aborto volontario; oggi in Italia qualsiasi donna può richiedere l’ interruzione della gravidanza ( Ivg ) entro i primi 90 giorni di gestazione per motivi di salute, economici, sociali e familiari e tale intervento può essere effettuato presso strutture pubbliche o private autorizzate dalle regioni.
La libertà di scelta è un diritto dell’ uomo ma tuttavia si preferisce far trionfare la vita sulla “ negazione della vita “. Infatti E.Fromm , sociologo e psicoanalista tedesco, affermava :” C’ è un solo significato della vita : l’ atto stesso di vivere”.


GRAZIA LOMBARDI

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