sabato 24 dicembre 2011

Lettera di Lorenzo Ciuffreda al sindaco Calvio



Caro Partito Democratico, caro Sindaco, o meglio cara Iaia. Posso permettermi di usare questo tono confidenziale perchè ero convinto, almeno fino a pochi giorni fa, di essere una parte pienamente integrata e considerata di un grande progetto, di essere attorniato da compagni di ventura leali. Condividevo con voi le responsabilità e gli oneri di compiti amministrativi importanti, risiedevo sotto la bandiera che a tutti ci accomuna, credevamo negli stessi principi, avevamo la stessa voglia di migliorare il nostro paese. All'improvviso, mi ritrovo catapultato nell'incubo, cado vittima della cospirazione, di certo non sono Giulio Cesare, ma ora mi rendo conto che i miei leali compagni di ventura, erano tanti “Bruto” e tanti “Cassio”, che dopo la lunga e fitta trama, non hanno esitato un attimo... a sguainare il coltello del tradimento. Caro Partito Democratico, cara Iaia, il vostro comportamento nei miei confronti è stato disgustoso, impregnato di veleno, non avete avuto nessuno scrupolo a tagliarmi fuori dalla compagine. Fin quando sono servito sono stato coperto d'allori, poi si è spento l'idillio, “UNO DI VOI” doveva entrare per forza a Palazzo di Città ed è qui che mi accorgo della paste di cui siete fatti, Sindaco e Partito. Non ho ricevuto nessuna chiamata che mi mettesse al corrente dei fatti a voi già noti dal 29 giugno 2011, nessuna riunione organizzata dal partito, nessun evento chiarificatore; nei vostri visi è incavata la codardia, nei vostri bei visi infingardi, accomunati tutti dalla trama, dal tradimento, ma ciò che mi atterrisce più di tutto è il vostro spietato cinismo, i vostri freddi calcoli, la vostra infima slealtà.

Firmato da una persona del quale il popolo è stato fiducioso con ben 78 consensi, tradito in maniera subdola dai compagni di Partito.

Lorenzo Ciuffreda

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