venerdì 6 luglio 2012

ORTA NOVA: TRAFFICO RIFIUTI SPECIALI

Bari - (Adnkronos) - Evasa l'ecotassa per circa un milione e mezzo di euro e provocato danni ambientali nelle zone agricole demaniali dove i rifiuti venivano fatti o bruciare o sotterrare nel terreno. Su ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Bari, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, in collaborazione con i colleghi dei Comandi provinciali di Foggia e Bari, hanno arrestato questa mattina e posto ai domiciliari Lorenzo Annese, 55 anni, imprenditore e consigliere comunale di Ortanova, e Matteo Pallotta, 33, pregiudicato e autotrasportatore sempre di Ortanova. I due sono accusati di aver fatto parte di un'organizzazione criminale finalizzata al traffico nazionale ed internazionale di rifiuti speciali. Altre due persone risultano indagate. Accolte dal gip anche la richiesta dell'Antimafia barese di sequestro preventivo dell'azienda 'Annese Lorenzo' e cinque autocarri utilizzati per il trasporto dei rifiuti, complessivamente per un valore complessivo di cinque milioni di euro. L'inchiesta prese avvio nel novembre del 2009 quando i carabinieri scoprirono in un terreno nei pressi di Ortanova numerose balle di materiale tessile che dovevano essere smaltite; le scarpe, l'abbigliamento (i prodotti tessili in genere) sono considerati rifiuti speciali il cui trasporto e smaltimento e' regolamentato da rigide normative di settore. L'indagine, avviata inizialmente dalla Procura di Foggia, e' poi diventata di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari perche' uno degli autotrasportatori (Pallotta) e' gia' stato arrestato in precedenza per favoreggiamento personale della latitanza di Leonardo Russo, uno degli esponenti di spicco del clan Gaeta. Gli accertamenti sui gestori delle discariche abusive dove venivano smaltiti (o sotterrando o incendiando) gli abiti e le scarpe usate e, sugli autotrasportatori che trasportavano gli ingenti carichi, ha permesso di risalire all'imprenditore Annese la cui azienda acquista (anche dall'estero) e rivende all'ingrosso abiti e scarpe usati. Un'attivita' che chiaramente prevede, specie in alcuni periodi dell'anno, grandi riserve di magazzino che devono essere distrutte. L'imprenditore, questa e' la tesi della Dda, le ammassava, come se fossero stracci, in balle incelophanate, falsificava le fatture di vendita o le bolle di accompagnamento. Nel corso degli accertamenti l'azienda dell'arrestato, che avrebbe dovuto avere anche la licenza di attivita' di recupero rifiuti, e' risultata completamente sprovvista della documentazione richiesta per la gestione dei rifiuti speciali trattati (registri di carico e scarico, certificati di igienizzazione, formulari di identificazione dei rifiuti). L'indagine, che si e' avvalsa delle classiche forme di investigazione (pedinamenti e attivita' di osservazione e di ispezione delle ditte che di volta in volta risultavano coinvolte, oltre che delle intercettazioni telefoniche e ambientali) ha fatto emergere l'esistenza di un vero e proprio traffico di rifiuti nazionali ed internazionali che ha prodotto l'evasione dell'ecotassa per circa un milione e mezzo di euro ma, soprattutto danni ambientali delle zone agricole demaniali dove gli stracci venivano fatti o bruciare o sotterrare nel terreno. Una forma di inquinamento sia del suolo che dell'atmosfera incalcolabile sul piano economico.

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