mercoledì 15 luglio 2009

SE LA POLITICA SCADE NEL GOSSIP…A RIMETTERCI E’ IL SUD


Quando Walter Veltroni annunciò, ormai più di un anno or sono, la nascita di un Partito della Sinistra “a vocazione maggioritaria” che avrebbe posto fine alla litigiosità delle coalizioni di centro-destra e centro-sinistra, non furono pochi, in Italia, coloro i quali (dall’una e dall’altra parte degli schieramenti) tirarono un sospiro di sollievo al pensiero che l’epoca delle risse “ad personam” volgesse al tramonto. Quando poi, a pochi mesi di distanza, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi annunciò la nascita del Partito delle Libertà (derivante dalla fusione di FI ed AN) come partito unico della destra, il sospiro di sollievo si trasformò in vere e proprie “urla” di gioia e liberazione da parte di una parte consistente dell’establishmént italiano, con commenti entusiasti su tutti i maggiori quotidiani: finalmente il Paese sarebbe uscito dalla litigiosità fine a se stessa per approdare verso un ordinamento democratico più moderno ed efficace, in cui due partiti egemoni si sarebbero sfidati sui contenuti e non su infinite, estenuanti e sterili polemiche…
La recente campagna elettorale tuttavia, al di là dei risultati, è stata un amaro risveglio per tutti: nonostante la “semplificazione” indotta sia dalla legge elettorale, sia dalle su indicate scelte politiche, il clima politico italiano non solo non è cambiato ma, anzi, si è fatto addirittura più esasperato (ed esaperante per il cittadino-elettore…), al punto che oggi sono in pochi gli Italiani che credono fino in fondo che l’attuale classe politica sia veramente in grado di confrontarsi sul terreno dei contenuti senza ricorrere a polemiche e schiamazzi il cui unico obiettivo apparente (e sostanziale…) è la delegittimazione dell’avversario. A conferma di ciò si pensi all’ultima tornata elettorale: le vicende amministrative ed i programmi elettorali sono stati letteralmente soppiantati dal gossip, al punto che non si va lontano dal vero dicendo che il partito vincente è stato quello dell’astensionismo, con il suo 40% in media a livello nazionale.
“Crisi di rappresentatività”: così nel gergo politico si suole definire la ormai siderale distanza che separa il cittadino comune dalle “questioni” di cui si occupano i leader dei partiti, con un’unica, rilevante eccezione, rappresentata dalla Lega Nord. Il partito di Bossi infatti, con il suo 11% a livello nazionale, (che vuol dire il 40% in certe regioni del Nord) ha definitivamente sancito quella che per molti è un’ involuzione nel sistema democratico: il passaggio dalla rappresentanza politica basata sull’appartenenza ideo-logica, a quella fondata sull’appartenenza territoriale. In altre parole, l’unica forza politica che da queste elezioni esce confermata e rafforzata, nella sostanza ancor più che nelle mutevoli percentuali del voto, è la Lega Nord, cui già appartengono, è bene ricordarlo, i due Ministri più importanti del Governo, ovvero il Ministro degli Interni (Maroni) ed il Ministro dell’Economia (Tremonti).
E così, mentre il caso Noemi e le indagini della procura di Bari non hanno in definitiva cambiato di una virgola un risultato elettorale per certi versi già scritto, a brindare è proprio il Partito di Bossi, l’unica Forza politica che, tra polemiche, grida e insulti, riesce a portare un reale e significativo vantaggio ai suoi elettori. Già, e quali sono questi vantaggi? Quelli economici, innanzitutto: il Ministro Tremonti infatti ha, con un vero e proprio colpo di mano, “scippato” (mi scusino i lettori ma altri termini non me ne venivano..) qualcosa come 20Miliardi di euro di Fondi che, destinati per Legge Europea ad investimenti al Sud, (si tratta dei c.d. Fondi FAS acronimo di Fondi Aree Sottoutilizzate) sono entrati via Decreto Legge nella “disponibilità” del Ministero delle Finanze, il quale non ha esitato ad utilizzarli per far fronte alle esigenze più disparate, dalla cassa integrazione al terremoto dell’Aquila.
A nulla sono valsi in proposito sia il richiamo della Corte dei Conti, che nella sua relazione quadrimestrale approvata il 26 Maggio scorso ha stigmatizzato l’uso “improprio” di tali fondi da parte del Ministro Leghista, sia un evento clamoroso come la revoca in blocco della Giunta Regionale Siciliana da parte del suo presidente, Raffaele Lombardo (Dirigente e fondatore dell’MPA-Movimento per le Autonomie, che l’anno scorso ha vinto le elezioni regionali grazie ad una coalizione col PDL), evento passato in secondo piano proprio per via della totale attenzione dei media sulle vicende personali del Premier. “Il Governo”, lamentava in un’intervista rilasciata il 26 giugno u.s al quotidiano “Il Sole 24 Ore” da Giovanni Pistorio, il più ascoltato consigliere di Lombardo, “ha decurtato i 20 miliardi dei Fondi FAS a sostegno di politiche nazionali comunque riconducibili al Nord. E’ una politica sperequata, che indica due tipi di esigenze: da un lato che il governo modifichi le scelte macroeconomiche, dall’altro la formazione di una forza radicata nel Sud capace di riequilibrare il peso della Lega”.
Per la Puglia, il “furto” ammonterebbe a 3,8 Miliardi di euro (per farsi un’idea dell’enormità della cifra, basti pensare che l’intero Deficit Sanitario pugliese si aggira, secondo le stime più “pessimistiche”, sui 200 milioni di euro…) ed infatti il Presidente della Regione, Nichi Vendola, in una lettera al Presidente Napolitano, accusa il Governo: “Ai FAS il Governo ha fatto ricorso in modo massiccio, spesso anche a copertura di oneri di natura corrente. Questo altera il quadro complessivo di riferimento e pone a rischio il rispetto di addizionalità delle risorse comunitarie finalizzate alle politiche di sviluppo regionale”.
Dello stesso segno le recentissime dichiarazioni di Vasco Errani, presidente della conferenza delle Regioni, il quale, a seguito della rottura (a decisione unanime) del tavolo tecnico Governo-Regioni avvenuta giovedì 2 luglio u.s. ha detto “Il Governo moltiplica le iniziative unilaterali all’insegna del centralismo: mantenga i suoi impegni..si tratta di soldi da destinare al Sud, si tratta cioè di rispettare le esigenze dei cittadini e delle imprese del Sud.”
A questo si aggiunga la “spada di Damocle” di un Federalismo Fiscale che rischia di mandare letteralmente in bancarotta le Regioni del Sud. La Legge sul Federalismo infatti, pur se già approvata dal Parlamento (cosa che ha contribuito non poco al successo della Lega) manca per ora sia dei regolamenti attuativi, sia delle “cifre” relative al riparto dei Fondi Statali, (cifre che Tremonti si è finora rifiutato di fornire). A questo punto una domanda sorge spontanea: se le tradizionali forze politiche non sono più in grado di rappresentare gli interessi dei propri cittadini-elettori, non sarà il caso di pensare ad una forza politica a “rappresentanza territoriale” anche per il Sud? Una forza territoriale che, anche in vista del Federalismo Fiscale, (e quindi dei problemi nella distribuzione territoriale delle risorse che ne conseguiranno) riesca a riequilibrare lo strapotere leghista? Per la verità la questione è tutt’altro che teorica. Già l’on. Adriana Polibortone (ex An), raccogliendo il crescente malumore che serpeggia soprattutto tra gli ex aleantini (i quali mal digeriscono lo strapotere della Lega nel Governo) ha fondato il movimento-partito “IO Sud”, pronunciando, nel discorso di presentazione avvenuto a Lecce l’8 marzo u.s., parole durissime nei confronti del Governo “C’è da esser soddisfatti di qualcosa? Io non lo sono affatto, e come me tanti altri; per niente soddisfatti da un nostro - sì, dico nostro - Governo - per avere il quale hanno combattuto. E allora abbiamo o no, al di là anche di qualsiasi ripartizione in percentuale, il diritto di chiedere qualcosa in più, noi che abbiamo contribuito alla vittoria del centro destra col 47,07% al Senato e il 47,03% alla Camera? Come Meridione ce lo meritavamo, o no, il massimo dell’attenzione?”
Evidentemente sì, pensiamo noi. Già: l’attenzione…soprattutto quella dei media. Un’attenzione che, come dimostrano le recenti vicende politiche, è ora troppo focalizzata sul gossip: ma, come ormai evidente, se il dibattito politico scade nel gossip, a rimetterci, oltre al buon gusto, è soprattutto il Sud..

Dott. Antonio Aghilar
(economista)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Errore: Tremonti non è leghista.Basta leggere la biografia sul suo sito ufficiale o wikipedia.

SinistraCritica ha detto...

Diciamo che se "leghista" vale come aggettivo per qualificare le sue idee politiche allora Treomonti lo è, così come moltissimi militanti del PDL...
E cmq questo è quello che c'è scritto su wikipedia in fondo alla sua biografia...

Tremonti è considerato dalla base elettorale del Carroccio "un leghista con la tessera di Forza Italia", per la sua vicinanza di pensiero alle idee federaliste di Umberto Bossi e per la sua amicizia personale col Senatùr. Interviene alla manifestazione organizzata dalla Lega Nord in occasione della riapparizione di quest'ultimo sulla scena politica l'11 gennaio 2005 a Lugano (Ticino), dopo 306 giorni dall'incidente, presso l'ultima dimora del federalista lombardo Carlo Cattaneo. Con Bossi, Tremonti aveva stretto verbalmente un patto di leale collaborazione chiamato dai media "Asse del Nord"...

Saluti

PDCI ha detto...

www.pdciortanova.blogspot.com