giovedì 24 settembre 2009

25 SETTEMBRE - CLANDESTINO DAY


Il 25 settembre 2009 è il clandestino day, il giorno del clandestino, in molte piazze italiane ci sono state numerose manifestazione a favore dei nuovi venuti che subiscono sulla loro pelle le conseguenze nefaste di una globalizzazione sempre più ingiusta e una politica di repressione e respingimenti dal governo italiano in carica. Noi del circolo “E. Berlinguer” Sinistra e Libertà di Orta Nova siamo solidali con tutte quelle persone che scappano dalla povertà, dalle carestie, dalle dittature, e affrontano viaggi della speranza , i quali i più delle volte diventano viae crucis, e molti perdono la vita. Non possiamo permettere che il nostro Mediterraneo, il mare tra le terre che abbraccia diverse culture e le spinge alla convivialità, si trasforma nel mare dei migranti morti annegati, in un cimitero naturale, dove gli abissi puzzano di ingiustizia. Per di più a questo orrendo ciclo infernale subito dai 2/3 dell’umanità, si aggiunge il famigerato reato di clandestinità di stampo leghista.
In questo giorno importante vogliamo rilanciare un appello lanciato il mese scorso e riguarda un nostro amico somalo Issak Ibrahim Mohamed che cerca un lavoro per poter cominciare a vivere dignitosamente come dovrebbe spettare ad ogni uomo di questo pianeta. Issak è in regola, fruisce della protezione sussidiaria, è un cittadino europeo ed italiano, per questo continuiamo a sostenere la sua ricerca di un lavoro, di una dignità, per poter così, aiutare la sua famiglia, le sue due dolci bambine rimaste in Somalia.
Speranzosi in una risposta positiva della società civile ortese e dei 5 reali siti, ringraziamo pubblicamente il segretario della FLAI (CGIL) di Orta Nova Biagio Di Stasio, che con profonda abnegazione e senso solidaristico ci sta dando una mano per raggiungere un obiettivo che non è solamente politico, nel senso più alto e dignitoso del termine, ma Umanitario.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Perchè aiutare solo quelli che riescon a fare il "viaggio della speranza" e lasciare gli altri a morire nelle loro Terre?Paghiam ai milioni di diseredati del mondo il biblietto aereo e facciamoli venire in Italia...Poi però, li ospiti a casa tua!

Circolo "E.Berlinguer" ha detto...

Se potessi ospitarli tutti sta sicuro che lo farei, ma se leggi attentamente l'articolo potresti constatare una critica all'attule processo di globalizzazione, che non permette ad una parte dell'umanità di non vivere nelle loro terre. Di questo, siamo noi i responsabili, e per di più siamo i responsabili del loro massacro, nelle loro terre e nel loro viaggio della speranza. Non possiamo restare indifferenti o non sapere unire la critica alla disuguaglianza internazionela ad una politica dell'accoglienza e dell'integrazione. L'ultimo rapporto della Banca d'Italia evidenzia come in realtà gli immigrati siano importanti per il nostro P.I.L. e la ricchezza nazionale e per di più non ci rubano il lavoro, perchè fanno lavori che nessuno di noi vuole fare. Di certo non possiamo accogliere tutti i diseredati del mondo, ma accogliere e gestire le miograzioni umanamente questo si può, e soprattutto si può aumentare la nostra spesa relativa alla cooperazione mondiale, cosa che il nostro governo non fa. La nuova sfida sarà proprio questa: conciliare l'integrazione, la convivialità delle differenze con la giustizia sociale nel campo internazionale.
Saluti fraterni
Gianluca Di Giovine

Anonimo ha detto...

Come al solito, da sempre (e forse per sempre!) si nasconde la polvere sotto il tappeto.
Si commettono genocidi e poi?...basta indossare un paio di ray ban e si è sempre fighi e dalla parte vincente della "partita", no?
L'accoglienza è una scelta condivisibile, ma resta pur sempre una "scelta tampone". Un modo già collaudato in passato per porre un freno agli esodi di massa consiste nell'investire in infrastrutture, fabbriche, in agricoltura nei paesi di origine, creare cioè, con oculate scelte politico-economiche, le condizioni per invogliare le imprese a costruire e gli indigeni a restare.
Ma la volontà dei Governi dei paesi ricchi è quella di mantenere lo status quo per continuare il loro controllo totale su questi paesi sfortunati e utilizzando i migranti come strumento di propaganda interna...da sempre e per sempre!

Gianluca Di Giovine ha detto...

Forse non mi sono spiegato. Certo che il nostro dovere è quello costruire politiche internazionali in grado di promuovere una crescita socio-economica nei paesi d'origine, però tu tale questione la poni come un progetto di occidentalizzazione e di 'bianchificazione' delle culture altre, mentre bisogna dare le possibilità a questi paesi di promuovere in autonomia e collaborazione la loro crescita. Perchè troppo spesso noi abbiamo appoggiato dittature e regimi sanguinari, pur di mantenere il controllo dei paesi. Quello che tu auspichi è in realtà una de-localizzazione delle infrastrutture, che in realtà già esiste ed è deleteria sia per loro che per noi. Mentre qui si tratta di dare la possibilità concreta e tangibile ad una parte di mondo di crescere autonomamente dialogando e collaborando con le altre forze internazionali. Mentre l'ingiustiza della distribuzione delle risorse e della possibilità di crescere non permette tutto ciò, allora bisogna coniugare il grande ideale di ricercare un nuovo modello di sviluppo che consenta a tutte queste Persone, di poter vivere nelle loro terre, ma anche saper risolvere tutte queste problematiche contigenti relative all'immigrazione, atraverso politiche di accoglienza (albergo diffuso, solidarietà diffusa ecc...) e integrazione tra culture. Mi dispiace io non uso i ray ban e soprattutto sto attendo in ogni cosa che faccio, perchè credo che anche questa è politica, dall'abbigliamento alla spesa.
Saluti fraterni
Gianluca Di Giovine

Anonimo ha detto...

aoo giangi, ma che hai capito?
forse è colpa mia, ho scritto male.
La sintesi del mio discorso:" invogliare a restare creando infrastrutture sul posto (sennò emigrano), politiche internazionali a sostegno dei paesi poveri, ma non con sussidi a perdere, ma investendo e creando in loco."
Non mi riferivo a te quando parlavo dei ray ban, ma a coloro che ambiscono solo ad apparire senza essere...qualcosa di umano.
Resto del parere che la sola politica dell'accoglienza sia un buon tampone emorragico, ma che la soluzione ai loro disagi sia quella di aiutarli concretamente nei loro paesi d'origine, e non con una loro "bianchificazione", ma con una nostra "nerizzazione" fatta di case, agricoltura, pozzi, dighe, cultura del turismo, scuole, fabbriche e sfruttamento energetico del sole e del vento, con manodopera locale.

Anonimo ha detto...

"perchè fanno lavori che nessuno di noi vuole fare".Certo, no vado a spaccarmi la schiena x 20 euro x 10 h al gorno nei campi.Se me ne dessero 50 per farne 6 ci andrei seduta stante!ci vado anche per 40,quando c'è la vendemmia!.La cosa non è molto diversa in certe fabbriche del nord,te l'assicuro.
"importanti per il nostro P.I.L":certo,producono tanto...ma quanto consumano?La sanità,la scuola..ma sai che oltre il 50%delle borse di studio se le accaparrano loro?Or non mi portar l'esempio del figlio del dentista che dichiara 12.000 euro e prende la borsa di studio.Pensa invece a quei figli di operai,che si vedono scavalcare nelle graduatorie da ragazzi extracomuntari.Diritto allo studio?Forse tu, caro Gianluca non ne hai bisogno, ma davvero tanti figli di operai italiani non possono permettersi l'Università.Allora che fare,li mandiamo all'Università del Camerun?Forse lì ci sarà posto per loro.

Di Giovine Gianluca ha detto...

Guarda c'è un punto che non mi convince, tu riconosci come sola possibilità di accedere a graduatorie e diritti (borse di studio)in base al territorio di nascita, gli italiani prima. Mentre non riconosci che tutti sono cittadini, anche se le normative sono molto lente per riconoscere questo, e quindi son portatori di diritti e doveri. Se un 'nuovo venuto' così piace chiamarli, lavora, paga le tasse e da un contributo al sostegno dell'economia nazionale, perchè non deve poter usufruire di alcuni diritti sanciti dalla Repubblica Italiana e poi c'è la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Io ho preso la borsa di studio, perchè figlio di operaio e di una famiglia monoreddito, e per merito, ma sono anche cosciente che altri non hanno avuto la stessa mia fortuna. Guarda che il figlio del dentista, del gioielliere, di chi detiene capitali all'estero, che dichiarano pochissimo è una vera truffa e ingiustizia verso tutti quei commercianti onesti e che il più delle volte sono tartssati da un sistema fiscale forte con i deboli e debole con i forti. Questo aspetto dell'evasione fiscale non è marginale, ruba tanti soldi al fisco e possono essere destinati alla collettività, 'nuovi venuti' e noi. Naturalmente e questo discorso bisogna affiancare quello dell'efficienza nella spesa pubblica e anche quello di un sistema fiscale che non venga percepito come una sanguisuga.....
Saluti fraterni
Di Giovine Gianluca