mercoledì 30 settembre 2009

LA PAGA Eˋ UNO STIMOLO E NON UN FINE…………


Il 26 Settembre 2009 presso la fiera dei 5 Reali Siti si è svolto un convegno dal tema riguardante la Dispersione Scolastica.
Tale problematica a mio avviso e secondo un mio modestissimo parere è stata affrontata con molta superficialità, non prendendo in considerazione i veri protagonisti della dispersione scolastica, e quindi i veri protagonisti di questo disagio diffuso: i cosiddetti ragazzi difficili. Quest’ultimi sono coloro che abbandonano la scuola, che scappano da casa, che commettono reati, che tentano il suicidio, che subiscono violenze, che assumono sostanze stupefacenti, insomma sono adolescenti che, di fronte alle suddette prove, risultano eccessivamente fragili, impreparati e, anche per l’insufficienza o la totale mancanza di supporti educativi idonei, si relazionano in modo distorto con se stessi e con gli altri, sviluppando comportamenti inadeguati.
Durante il convegno i relatori, come il prof. Massa e il nostro caro sindaco Moscarella hanno parlato di tutto e di niente, non hanno assolutamente affrontato le vere cause che hanno determinato l’evolversi del fenomeno della dispersione scolastica. Cause che non sono imputabili esclusivamente alla famiglia, ma vorrei precisare ai nostri due relatori, anche alla società, alla scuola stessa e alla strada, e soprattutto alle istituzioni.
Per quanto riguarda la famiglia il problema di fondo riguarda la qualità delle relazioni che intercorrono nella stessa: se vissute autenticamente, la rendono luogo educativo per ciascuno e, in particolare, luogo interiore significativo e di riferimento imprescindibile per il ragazzo; nel caso contrario, evidentemente, assai rilevanti sono le ripercussioni negative, di sofferenza e di forte disagio, che il minore vive.
Non pochi studi, caro sindaco Moscarella, fanno risalire le cause che generano la dispersione scolastica e in generale la condizione di disagio agli svantaggi connessi alla condizione socio-economica e culturale del soggetto e della sua famiglia. E quindi la questione della diversità e dell’integrazione riguarda inoltre quanti appartengono a certe minoranze etniche, religiose, linguistiche.
Perciò intendo rimarcare che la marginalità sociale e la povertà sono due fenomeni strettamente connessi alle cause che generano la dispersione scolastica, il disagio e in certi casi la devianza.
Anche e soprattutto la società ha le sue enormi responsabilità, perché non è vero come ha detto il nostro sindaco che la colpa è della famiglia, se oggi le giovani ragazze aspirano a diventare veline, ma voglio precisare e correggere tale affermazione, perché è proprio la società che legittima l’operato dei mass media. Infatti per uscire da questa condizione di disagio diffuso è necessario partire proprio dal riconsiderare il contesto sociale e culturale di riferimento (ortese) che produce forme e situazioni nuove di malessere giovanile, diverse da quelle del passato. Basti pensare che oggi per le ragazze, già dai 12-13 anni, l’obbiettivo è fare le veline, per i ragazzi invece andare al Grande Fratello o comunque partecipare ad una qualsiasi trasmissione televisiva. Diventare famosi sembra essere la massima aspirazione.
Infatti, i mass madia hanno sicuramente grandi responsabilità in tal senso perché diffondono un’idea distorta della vita e della società.
Il titolo apparentemente incomprensibile è in realtà una citazione che il prof. Massa ha consapevolmente affermato, sostenendo che, appunto, la paga è uno stimolo per lo studente. Il problema è che si è posta l’attenzione solo ed esclusivamente sulla paga, nel senso che il genitore può pagare affinché il proprio figlio acquisisca un diploma, e questo è il solo ed unico stimolo per il ragazzo. Ciò è al quanto dis-educativo e pericoloso per il futuro stesso dei ragazzi, perché la motivazione (meglio di stimolo) allo studio è il desiderio di conoscere le cose, di sapere per costruirsi un futuro, perché è la cultura che emancipa l’uomo, lo rende libero da pregiudizi e da schemi mentali fittizi, lo tira fuori (ex-ducere, educare) dalle condizioni minoritarie, di degradazione culturale, sociale e talvolta disumane.
I due interventi ascoltati al convegno, mi sono sembrati dei discorsi fatti da piccoli Pierini. Chi sono i Pierini? Nella Lettera ad una Professoressa, scritta dai ragazzi di Barbiana, con la supervisione di don Lorenzo Milani, i Pierini sono i figli dei ricchi che possono proseguire gli studi, oggi direi quelli che possono far sì che la paga sia uno stimolo. Mentre molto spesso ci dimentichiamo dei tanti Gianni, ossia figli dei poveri che non possono proseguire gli studi, oggi direi quelli che non hanno soldi e che quindi non possono far sì che la paga sia uno stimolo.
Per concludere, concordo pienamente con quanto proposto dal prof. Massa, ossia l’idea di costituire un osservatorio per il monitoraggio della dispersione scolastica nei 5 Reali Siti, spero solo che sia composto da gente competente che è capace di volgere lo sguardo verso gli ultimi.





Dott.ssa Di Palma Ripalta
Educatrice professionale nel campo del disagio minorile, della devianza e della marginalità.

4 commenti:

PDCI ha detto...

Vabbè io lo sapevo che questo convegno doveva essere una pagliacciata. Non è possibile affrontare questo tema con il prof. Massa che nella sua scuola si fa di tutto tranne studiare. E queste cose bisogna dirle non nasconderle,l'istituto Padre Pio è una vergogna dove i ragazzi in alcuni corsi vengono pagati, i professori li devono temere... ma dove stiamo in Sicilia?!? E ci sono numerose testimonianze che affermano quello che ho detto...Caro Moscarella almeno se vuoi fare qualche cosa seria scegli le persone adatte e no i ladri come il prof. Massa!!!

Un saluto a tutti

Anonimo ha detto...

Premessa:il prof. Massa non m'è simpatico.Ho sentito anch'io le "testimonianz" di cui parla pdci,ma non credo che queste costituiscano una prova.Prima di gettare fango su una persona,bisogna che ci sia qualcosa di solido.Chi sono questi "testimoni"?Nomi e cognomi.Perchè non parlano?Che documenti adducono? Ecc...

Anonimo ha detto...

Ancor una cosa:veramente c'è gente a Orta che non può permettersi di pagare quella misera di tassa 'iscrizione, almeno per andare all'Olivetti?Ci son poi contributi per l'acquisto dei libri che ricoprono buona parte della spesa.Ma chi so' sti poveri?

Anonimo ha detto...

Il "prof" Massa sta alla cultura come il Mahatma Ghandi alla violenza.
Il tizio è losco, e non poco; chi volesse conferme può chiedere ai vessati insegnanti che gratuitamente (e solo per acquisire punteggi al fine di salire in graduatoria!) si immolano in quel fantomatico "Palazzo degli studi Padre Pio" (povero san Pio, di miracoloso c'è solo il conto in banca del "prof" che è cresciuto vertiginosamente).
Ve lo conferma "uno" che con lui ha avuto a che fare.

Moscarella e prof. Massa...
...chi si somiglia si piglia.
M.