martedì 1 giugno 2010

Vietato intercettare il potere...


Il disegno di legge liberticida del Governo passa all'esame in Senato.
Liberticida vuol dire che uccide di fatto la libertà di stampa. Ma non è tutto. Perchè il DL in questione è molto di più. Questo decreto è infatti anche (e sopratutto) "iuricida", ovvero: uccide il diritto e la giustizia.
Così come è ora infatti, esso contiene anche delle gravissime limitazioni alla possibilità di utilizzo delle intercettazioni come strumento d'indagine da parte della Magistratura. Questo secondo aspetto però, che pur essendo il più grave sembra al momento messo in secondo piano dai media, è esattamente la ragione per cui in una conferenza stampa all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma il sottosegretario al Dipartimento di Giustizia degli Usa con delega alla criminalità organizzata internazionale Lanny A. Brauer ha dichiarato ''Non vorremmo mai che succedesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di fare l'ottimo lavoro svolto finora: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini” nella lotta alla mafia. “La legislazione italiana finora è stata molto efficace. Non vorremmo che accadesse qualcosa che impedisca” l'ottimo lavoro della magistratura italiana insiste Brauer, evidenziando “l'eccellente collaborazione” tra Italia e Stati Uniti nella lotta alla criminalità organizzata.

Anche Fini insorge: «Ho dubbi sul testo intercettazioni del senato», dice Fini, puntando l'indice anzitutto sulla norma transitoria, che fa scattare alcune delle nuove regole - per esempio, i divieti di pubblicazione e le relative sanzioni, l'obbligo del segreto esteso ad ogni attività di indagine - anche nei procedimenti in corso e che, là dove le intercettazioni sono già state autorizzate, ne limita la successiva durata a 75 giorni, termine massimo stabilito per le inchieste future. «La norma transitoria è in contrasto con il principio di ragionevolezza», afferma Fini. E aggiunge: «Mi inquieta un po' anche il limite di tempo. Io non so se i 75 giorni sono un numero giusto o sbagliato. Ma se si capisce che il giorno successivo al 75mo accade qualcosa, non si può continuare?» Se la risposta è no, non va bene.

E infatti, essendo la risposta "no", decisamente non va bene. E non va bene sopratutto a chi è in prima fila nella lotta alla Mafia. Chiare in proposito le parole del procuratore di Palermo Francesco Messineo, a margine delle celebrazioni in corso nell'aula bunker del carcere Ucciardone per il 18/o anniversario della strage di Capaci, in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta della polizia di Stato. Messineo riconosce che "c'é un interesse a proteggere la privacy, ma tocca al potere legislativo cercare la formula giusta per bilanciare questo interesse con la necessità di fare le indagini nel modo migliore: "Teoricamente il disegno di legge sulle intercettazioni non riguarda indagini antimafia ma ne restringe l'utilizzo nelle inchieste ordinarie; spesso però le indagini antimafia prendono spunto da inchieste ordinarie, per cui restringendo le intercettazioni su quest'ultime si rischia di intervenire anche sulle indagine stesse".

Intanto, mentre l'ultima pre-potenza della Casta si abbatte sui sudditi di questo povero Paesello, arriva un altra ipotesi di reato scoperto a mezzo intercettazioni e questa volta ad essere coinvolto è il figlio del Sire, ovvero il principe Paolo Berlusconi, il quale, secondo un Ansa di stamane (Martedì 1 giugno), e' indagato per ricettazione dal Pm di Milano. Il reato e' stato contestato in relazione all'intercettazione segreta del luglio 2005 tra gli allora presidente di Unipol, Giovanni Consorte, e il segretario dei Ds, Piero Fassino (che gli disse 'abbiamo una banca'). L'intercettazione fu pubblicata dal quotidiano il 31 dicembre 2005 quando non era ancora depositata agli atti, ne' trascritta o riassunta. Ma esisteva come file audio solo nei computer dei pm, degli ufficiali della Guardia di Finanza e dell'azienda privata Research control system (Rcs) che per conto della Procura svolgeva le intercettazioni. Sempre nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Milano sulla vicenda del nastro, Paolo Berlusconi e' gia' indagato per millantato credito.

Millantato credito: un reato dalla esegesi molto interessante. Molto diffuso anche. Secondo la definizione che ne dà il Codice Penale all'art. 346 commette reato di millantato credito "Chiunque, millantando credito presso un pubblico ufficiale o presso un pubblico impiegato che presti un pubblico servizio, riceve o fa dare o fa promettere, a se' o ad altri, denaro o altra utilita', come prezzo della propria mediazione verso il pubblico ufficiale o impiegato".

Millantato credito: è esattamente questo il reato di cui i nostri rappresentati di Governo si stanno macchiando nei confronti della nazione e del popolo, facendo lavorare il Parlamento all'approvazione di una legge che viene spacciata come garantista per tutti i cittadini ma che ha l'evidente (ed unico) fine di essere garanzia d'impunità per la cricca e i suoi affiliati...
A.A

Nessun commento: