Tutto
ha inizio il 1/8/2011 quando l’associazione Noialtri rende noto al comune di
Orta Nova l’esistenza di situazioni di vita che gridano al cielo per le condizioni
de-umanizzanti (http://rifondaortanova.blogspot.it/2011/08/campo-de-umanizzato.html).
Il
13/8/2013 il sindaco di Orta Nova scrive al prefetto per denunciare «la
crescente criticità del contesto sociale ortese determinata dal progressivo e
costante incremento del numero di immigrati soprattutto comunitari, nella
nostra citta». Successivamente il sindaco chiarisce al prefetto che «uno dei
cardini della mia azione di governo è la promozione della solidarietà civica e
dell’integrazione culturale». Segue
l’inchiesta dell’arma dei carabinieri, che
il 17/8/2011 nella stessa zona denunciata dall’associazione, arrestano
due persone sospette di essere caporali e di aver rapito un’altra persona
costringendola a vivere nel campo di Orta Nova. L’amministrazione
comunale a settembre 2011 attiva un tavolo tecnico per l’immigrazione e
l’agricoltura con l’Opera Nomadi di Foggia,
l’associazione Noialtri e le forze sindacali, per risolvere la questione di
alcuni insediamenti abusivi nel territorio ortese, garantendo sicurezza e
legalità. Ma le promesse sono vane, non si fa niente, salvo qualche azione di
qualche consigliere. Nel 2012 l’attuale amministrazione comincia a pensare di
intervenire attraverso l’attrazione dei fondi PO FESR 2007-2013 – ASSE III –
Linea 3.2 – Azione 3.2.1 per la realizzazione di una struttura destinata a
Centro Emergenza Casa pronta accoglienza adulti e famiglie. Nel
mezzo ci sono le improponibili, inutili e razziali uscite del pdl locale, che
pur di guadagnare qualche voto parla alla pancia della gente, inveendo contro «nomadi e gli stranieri». Dopo
qualche mese, l’amministrazione cambia opinione, con determina n.220 del
17/4/2012, e dopo aver ricevuto il via libera dalla Regione Puglia, modifica la
tipologia d’intervento da Centro emergenza casa a Comunità alloggio per
diversamente abili. Scelta nobile, nei confronti di straordinarie persone che
devono pensare al domani, alla loro autonomia dalle famiglie, ma la scelta è
stata fatta in virtù di paure per la perdita di consensi nel paese, per
mancanza di coraggio nell’azione inclusiva. Tra l’altro ogni intervento
inclusivo non è esclusivo per i rom o per gli stranieri ma per la parte di
popolazione povera, che soffre più degli altri la crisi, quindi ogni intervento
deve essere mirato a tutti. Nell’ultimo
periodo il sindaco convoca un nuovo tavolo tecnico, dopo non aver fatto nulla
in due anni e pensato più al consenso che al coraggio, e dopo essersi
attorniata di personaggi collusi con poteri non tanto ‘puliti’ del nostro
territorio. L’associazione
noialtri, su invito dell’amministrazione comunale, presenta una dettagliata
relazione sulla presenza di insediamenti di migranti nel nostro territorio,
sostenendo la necessità di « dare un
nome e un volto a ogni singola persona presente in qualsiasi insediamento
spontaneo per cercare di intraprendere un giusto percorso di
integrazione ed evitare di ricorrere a una soluzione solo apparentemente più
semplice, quella di un campo autorizzato o sosta, che rappresenterebbe solo una
ulteriore ghettizzazione ed
esclusione dalla comunità locale». La
notizia è stata pubblicizzata dal blog
di Saverio Gaeta (http://fragas15.wordpress.com/2013/04/11/da-una-relazione-dellassociazione-noi-altri-evidenzia-la-presenza-di-almeno-nove-insediamenti-di-emigrati/). Tra
i commenti più volte viene fatto il mio nome associato a quello del sindaco
Calvio; invito coloro che hanno commentato il post di documentarsi, ma
soprattutto di non offendermi, perché il sottoscritto, per un senso di legalità,
non fa combutta con l’attuale amministrazione. Tuttavia spero ci sia la buona
volontà da parte di qualcuno di gestire la situazione attraverso percorsi di
inclusione, senza assumere posizioni ‘buoniste’ e nemmeno ‘cattiviste’,
ricordandosi che la responsabilità penale è personale (art. 27 della Costituzione
Italiana) e mai di un gruppo. Io continuo a perseguire la strada
dell’accoglienza, dell’inclusione e della solidarietà e se continuano le
accuse, parafrasando i versetti degli Atti degli Apostoli di oggi (At 5,41)
sono « lieto di essere stato giudicato degno di subire oltraggi» in virtù di
questi valori. Mentre al sindaco e all’amministrazione comunale vorrei
ricordare che sono passati due anni, i bambini vanno a scuola e come scriveva
Dickens in Grandi Speranze «nel piccolo mondo in cui i bimbi vivono le loro
esistenze nulla è mai tanto acutamente percepito e sentito quanto
l’ingiustizia». A me, alle associazioni e alle persone che hanno a cuore la
situazione suggerisco di cambiare paradigma, invece di rincorrere e/o
rispondere a qualcuno, partiamo dal racconto, dalla narrazione delle belle
storie di bambini che frequentano, anche con successo, la scuola e sono
l’investimento migliore per un’Orta Nova solidale.
Ah
dimenticavo!!! Per me e tanti altri gli uomini sono tutti uguali nella loro
diversità.
Arturo Gianluca Di Giovine
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