domenica 14 aprile 2013

ALLA RICERCA DEL BENE OSTINATO.

 

Tutto ha inizio il 1/8/2011 quando l’associazione Noialtri rende noto al comune di Orta Nova l’esistenza di situazioni di vita che gridano al cielo per le condizioni de-umanizzanti (http://rifondaortanova.blogspot.it/2011/08/campo-de-umanizzato.html). Il 13/8/2013 il sindaco di Orta Nova scrive al prefetto per denunciare «la crescente criticità del contesto sociale ortese determinata dal progressivo e costante incremento del numero di immigrati soprattutto comunitari, nella nostra citta». Successivamente il sindaco chiarisce al prefetto che «uno dei cardini della mia azione di governo è la promozione della solidarietà civica e dell’integrazione culturale».  Segue l’inchiesta dell’arma dei carabinieri, che  il 17/8/2011 nella stessa zona denunciata dall’associazione, arrestano due persone sospette di essere caporali e di aver rapito un’altra persona costringendola a vivere nel campo di Orta Nova. L’amministrazione comunale a settembre 2011 attiva un tavolo tecnico per l’immigrazione e l’agricoltura  con l’Opera Nomadi di Foggia, l’associazione Noialtri e le forze sindacali, per risolvere la questione di alcuni insediamenti abusivi nel territorio ortese, garantendo sicurezza e legalità. Ma le promesse sono vane, non si fa niente, salvo qualche azione di qualche consigliere. Nel 2012 l’attuale amministrazione comincia a pensare di intervenire attraverso l’attrazione dei fondi PO FESR 2007-2013 – ASSE III – Linea 3.2 – Azione 3.2.1 per la realizzazione di una struttura destinata a Centro Emergenza Casa pronta accoglienza adulti e famiglie. Nel mezzo ci sono le improponibili, inutili e razziali uscite del pdl locale, che pur di guadagnare qualche voto parla alla pancia della gente, inveendo contro  «nomadi e gli stranieri». Dopo qualche mese, l’amministrazione cambia opinione, con determina n.220 del 17/4/2012, e dopo aver ricevuto il via libera dalla Regione Puglia, modifica la tipologia d’intervento da Centro emergenza casa a Comunità alloggio per diversamente abili. Scelta nobile, nei confronti di straordinarie persone che devono pensare al domani, alla loro autonomia dalle famiglie, ma la scelta è stata fatta in virtù di paure per la perdita di consensi nel paese, per mancanza di coraggio nell’azione inclusiva. Tra l’altro ogni intervento inclusivo non è esclusivo per i rom o per gli stranieri ma per la parte di popolazione povera, che soffre più degli altri la crisi, quindi ogni intervento deve essere mirato a tutti. Nell’ultimo periodo il sindaco convoca un nuovo tavolo tecnico, dopo non aver fatto nulla in due anni e pensato più al consenso che al coraggio, e dopo essersi attorniata di personaggi collusi con poteri non tanto ‘puliti’ del nostro territorio. L’associazione noialtri, su invito dell’amministrazione comunale, presenta una dettagliata relazione sulla presenza di insediamenti di migranti nel nostro territorio, sostenendo la necessità di « dare un nome e un volto a ogni singola persona presente in qualsiasi insediamento spontaneo per cercare di intraprendere un giusto percorso di integrazione ed evitare di ricorrere a una soluzione solo apparentemente più semplice, quella di un campo autorizzato o sosta, che rappresenterebbe solo una ulteriore ghettizzazione ed esclusione dalla comunità locale».  La notizia è stata pubblicizzata dal blog di Saverio Gaeta (http://fragas15.wordpress.com/2013/04/11/da-una-relazione-dellassociazione-noi-altri-evidenzia-la-presenza-di-almeno-nove-insediamenti-di-emigrati/). Tra i commenti più volte viene fatto il mio nome associato a quello del sindaco Calvio; invito coloro che hanno commentato il post di documentarsi, ma soprattutto di non offendermi, perché il sottoscritto, per un senso di legalità, non fa combutta con l’attuale amministrazione. Tuttavia spero ci sia la buona volontà da parte di qualcuno di gestire la situazione attraverso percorsi di inclusione, senza assumere posizioni ‘buoniste’ e nemmeno ‘cattiviste’, ricordandosi che la responsabilità penale è personale (art. 27 della Costituzione Italiana) e mai di un gruppo. Io continuo a perseguire la strada dell’accoglienza, dell’inclusione e della solidarietà e se continuano le accuse, parafrasando i versetti degli Atti degli Apostoli di oggi (At 5,41) sono « lieto di essere stato giudicato degno di subire oltraggi» in virtù di questi valori. Mentre al sindaco e all’amministrazione comunale vorrei ricordare che sono passati due anni, i bambini vanno a scuola e come scriveva Dickens in Grandi Speranze «nel piccolo mondo in cui i bimbi vivono le loro esistenze nulla è mai tanto acutamente percepito e sentito quanto l’ingiustizia». A me, alle associazioni e alle persone che hanno a cuore la situazione suggerisco di cambiare paradigma, invece di rincorrere e/o rispondere a qualcuno, partiamo dal racconto, dalla narrazione delle belle storie di bambini che frequentano, anche con successo, la scuola e sono l’investimento migliore per un’Orta Nova solidale.
Ah dimenticavo!!! Per me e tanti altri gli uomini sono tutti uguali nella loro diversità.
 
Arturo Gianluca Di Giovine
 

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