Nel crollo del palazzo di Dhaka in Bangladesh sono
morte 550 persone, lavoratrici e
lavoratori che svolgevano il loro operato al servizio della moda di regioni lontane.
In quel tragico evento sono condensate le ingiustizie di un sistema economico
neo-liberisti e globalizzante, per mezzo del quale molte multinazionali
appaltano lavoro a bassissimo costo per poi massimizzare i profitti vendendone
i prodotti ricolmi di sudore e sangue. Nella tragedia del Bangladesh ci siamo
anche noi, o meglio c’è un’azienda italiana, la Benetton. Gli uomini della Bangladesh
Garments and Industrial Workers Federation e del Bangladesh Centre for Worker Solidarity hanno trovato tra le
macerie del palazzo documenti che incastrano la Benetton, in quanto in quello
stabile si lavorava per fornire materiale (Emanuele Giordana Il Manifesto
5/5/2013) all’azienda italiana che ha, anche, il monopolio delle autostrade. Pertanto
riteniamo opportuno boicottare la Benetton, presentarsi alle varie filiali
della stessa azienda, chiedere con forza il rispetto dei diritti umani e che
ripaghi le famiglie delle vittime. Nei prossimi giorni vi terremo informati
sulla campagna Abiti Puliti per sostenere l’acquisto e il consumo critico.
domenica 12 maggio 2013
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