domenica 26 maggio 2013

STATO DI MAFIA


Lunedì 27 maggio 2013 si apre il processo relativo alla trattativa Stato-Mafia. Gli imputati sono:                      
- Antonio Subranni, ex comandante dei Ros, che secondo la procura di Palermo sarebbe stato al corrente delle manovre di Mori, De Donno e Mannino (Dc), il quale si sarebbe rivolto a lui per aprire la trattativa; 
- Mario Mori, comandante dei Ros, già indagato per la mancata perquisizione del covo di Riina, sotto processo per il mancato arresto di Provenzano, sarebbe l’uomo che apre dei canali con Vito Ciancimino (sindaco di Palermo) per fermare le stragi dei corleonesi; 

- Giuseppe De Donno, ex colonello dei Carabinieri, è lui che secondo gli inquirenti inizia la trattativa;                        
 - Calogero Mannino, diventa l’obiettivo della mafia quando la Cassazione conferma le condanne del maxi processo del ’92, secondo la procura avrebbe aperto un contatto con cosa nostra tramite Subranni;                  
- Marcello Dell’Utri (Forza Italia), secondo la Procura è l’uomo cerniera tra lo Stato e la mafia;                      
- Nicola Mancino (ministro dell’interno nel ’92), indagato per falsa testimonianza, in quanto nel processo Mori ha dichiarato il falso per proteggere uomini delle istituzioni; sono note le intercettazioni con Loris D’Ambrosio, consulente giuridico della Presidenza della Repubblica (Giorgio Napolitano), che trattano di questi eventi; 
- Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa;                   
- Leoluca Bagarella, fedelissimo di Riina, fece parte del commando che decretò le stragi del ’93;                 
 - Giuseppe Brusca, boss di San Giuseppe Jato, sostituisce Riina dopo l’arresto;                   
- Antonino Cinà, medico di Riina e Provenzano, sarebbe colui che presentò il papello (le richieste della mafia allo Stato) a Massimo Ciancimino e ai carabinieri del Ros; 
- Totò Riina, boss dei corleonesi, l’uomo delle stragi che dichiara guerra allo Stato, arrestato in circostanze misteriose; 
- Bernardo Provenzano, dopo Riina capo di cosa nostra, è colui che guida la trattativa e consegna Riina allo Stato, è l’uomo della pax mafiosa.

Scrive Ingroia, ex procuratore aggiunto della Procura di Palermo, che «la politica antimafia dello stato italiano è sempre stata una politica di contenimento del potere mafioso, mai una politica di annientamento» (Ingroia, 2012,p.43).
Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, partendo dal nostro piccolo!!!
Riferimenti
Ingroia, A. (2012). Io so. Milano:Chiarelettere

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