«L’arte
e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le
norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli
ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti
di educazione senza oneri per lo Stato» (Art. 33 della Costituzione
della Repubblica Italiana). A
Bologna domenica 26 maggio si dovrà ribadire con forza la norma costituzionale
che sancisce la priorità della scuola pubblica e l’esclusività economica della
stessa. Le scuole private devono necessariamente non comportare oneri per lo
Stato. Tutto ciò avviene in quanto a
Bologna, secondo i dati del Comitato Art.33, i finanziamenti comunali alla
scuole dell’infanzia paritarie a gestione privata sono arrivati nel 2011 a
1.188.585 €. Nelle
stesse scuole private finanziate con contributi pubblici le rette annuali
oscillano dai 2.000 € ai 10.000 €. Dal
2000 le stesse scuole ricevono finanziamenti anche dallo Stato e dalla Regione
pari a 2.435.585 € (anno 2011/2012). In base all’articolo 7 dello Statuto
Comunale di Bologna i promotori del referendum hanno posto la questione dei
finanziamenti pubblici alle scuole private come «questione di rilevanza
generale attinente alla competenza del consiglio comunale». Il
quesito al quale sono chiamati a rispondere i cittadini bolognesi riguarda la
scelta dell’utilizzo delle risorse: a)
utilizzarle per le scuole comunali e statali; b)
utilizzarle per le scuole private. «La scelta tra le due opzioni è in funzione di
assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano
di accedere alla scuola dell’infanzia» (materiale comitato Art.33, http://referendum.articolo33.org/). Speranzosi
di un ottimo risultato per la scuola pubblica, lavoreremo per portare la stessa
esperienza costituzionale nel nostro territorio.
sabato 25 maggio 2013
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