venerdì 18 ottobre 2013

LA QUESTIONE SOCIALE ORTESE.


Mentre mi dirigo in Chiesa vengo fermato da due persone che mi espongono due problemi che riguardano situazioni differenti, ma, penso, strettamente connesse e che dipingono il quadro, letteralmente munchiano, del nostro territorio. Al fine di garantire l’anonimato delle persone che mi hanno esposto le diverse ma complementari problematiche, useremo il nome di persona 1 per l’esposizione del primo problema e persona 2 per il secondo.
Persona 1. Presso contrada la Palata, dopo l’indecoroso e, a mio avviso, disumano  sgombero, alcune famiglie sono ritornate in alcuni casolari, ma in questi giorni qualcuno si è recato presso di loro dicendogli che i casolari, ove queste famiglie vivono, verranno abbattuti (uno è già stato distrutto); hanno a disposizione venti giorni per andarsene e trovare un’altra sistemazione. 
Persona 2. Tre famiglie residenti ad Orta Nova, sono rimaste senza casa, pertanto sono entrate in uno stabile abbandonato in Via Puglie e lì sono da tre giorni e due notti. La piccola palazzina probabilmente era di proprietà di una famiglia ortese, che altrettanto probabilmente l’ha venduta ad un acquirente (al momento non conosciamo il nome). Naturalmente sono indiscrezioni avute da amici e conoscenti che potrebbero anche non corrispondere al vero. Tuttavia il dato importante da sottolineare è l’estrema precarietà igienico – sanitaria e sociale nella quale versano queste famiglie. Alcune persone mi raccontano di essere state dal sindaco, che purtroppo non ha voluto ricevere e/o dialogare con loro e così sono lì in quelle condizioni. Le due problematiche riguardano persone differenti, anche di nazionalità differenti (per rispondere a chi ci dice che ‘aiutiamo’ solo gli stranieri), ma accomunate dalla mancanza di un alloggio dove poter dormire, mangiare, ridere, giocare, accudire i propri figli , riscaldarsi e aiutarsi. Qualsiasi persone e famiglia,  qualunque siano le mancanze (naturalmente non di natura penale) ha il sacrosanto diritto alla casa, ad abitare in condizioni dignitose.  C’è un Orta Nova straricca e illegale, piena di averi, di beni, possedimenti, che continua a bruciare vite nel territorio e c’è un Orta Nova povera, senza case, che purtroppo corre il rischio di cadere nelle grinfie della prima Orta Nova, quella perbenista, con il colletto bianco e profondamente ingiusta. Abbiamo il dovere di aprire una grande discussione pubblica che porti subito a soluzioni per la questione sociale ortese, dobbiamo tutti (associazioni, parrocchie, istituzioni, sindacati, partiti e movimenti) discutere e trovare alternative eque e dignitose (piano di residenze popolari, agenzia sociale di intermediazione abitativa, una coalizione contro le povertà), altrimenti la situazione scoppierà e la possibile via di giustizia, si potrà trasformare in un’orrenda guerra tra poveri e ultimi che non farà altro che giovare alla prima Orta Nova, quella ricca, avara e criminale

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