Mentre
mi dirigo in Chiesa vengo fermato da due persone che mi espongono due
problemi che riguardano situazioni differenti, ma, penso, strettamente connesse
e che dipingono il quadro, letteralmente munchiano,
del nostro territorio. Al fine di garantire l’anonimato delle persone che mi
hanno esposto le diverse ma complementari problematiche, useremo il nome di
persona 1 per l’esposizione del primo problema e persona 2 per il secondo.
Persona
1. Presso contrada la Palata, dopo l’indecoroso e, a mio avviso, disumano sgombero, alcune famiglie sono ritornate in
alcuni casolari, ma in questi giorni qualcuno si è recato presso di loro
dicendogli che i casolari, ove queste famiglie vivono, verranno abbattuti (uno
è già stato distrutto); hanno a disposizione venti giorni per andarsene e
trovare un’altra sistemazione.
Persona
2. Tre famiglie residenti ad Orta Nova, sono rimaste senza casa, pertanto sono
entrate in uno stabile abbandonato in Via Puglie e lì sono da tre giorni e due
notti. La piccola palazzina probabilmente era di proprietà di una famiglia
ortese, che altrettanto probabilmente l’ha venduta ad un acquirente (al momento
non conosciamo il nome). Naturalmente sono indiscrezioni avute da amici e
conoscenti che potrebbero anche non corrispondere al vero. Tuttavia il dato
importante da sottolineare è l’estrema precarietà igienico – sanitaria e
sociale nella quale versano queste famiglie. Alcune persone mi raccontano di
essere state dal sindaco, che purtroppo non ha voluto ricevere e/o dialogare
con loro e così sono lì in quelle condizioni. Le
due problematiche riguardano persone differenti, anche di nazionalità
differenti (per rispondere a chi ci dice che ‘aiutiamo’ solo gli stranieri), ma
accomunate dalla mancanza di un alloggio dove poter dormire, mangiare, ridere,
giocare, accudire i propri figli , riscaldarsi e aiutarsi. Qualsiasi persone e
famiglia, qualunque siano le mancanze
(naturalmente non di natura penale) ha il sacrosanto diritto alla casa, ad abitare
in condizioni dignitose. C’è un Orta
Nova straricca e illegale, piena di averi, di beni, possedimenti, che continua
a bruciare vite nel territorio e c’è un Orta Nova povera, senza case, che
purtroppo corre il rischio di cadere nelle grinfie della prima Orta Nova,
quella perbenista, con il colletto bianco e profondamente ingiusta. Abbiamo
il dovere di aprire una grande discussione pubblica che porti subito a
soluzioni per la questione
sociale ortese, dobbiamo tutti (associazioni, parrocchie,
istituzioni, sindacati, partiti e movimenti) discutere e trovare alternative
eque e dignitose (piano di residenze popolari, agenzia sociale di
intermediazione abitativa, una coalizione contro le povertà), altrimenti la
situazione scoppierà e la possibile via di giustizia, si potrà trasformare in
un’orrenda guerra tra poveri e ultimi che non farà altro che giovare alla prima
Orta Nova, quella ricca, avara e criminale.
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