Orta
Nova, 9 dicembre 2013, ore 16:00 dopo un grande corteo per le vie della città e
l’adesione di tutte le attività commerciali alla protesta, ci dirigiamo verso
la S.S. 16, perché apprendiamo che un gruppo di manifestanti ha occupato la
strada. Il blocco della statale permette di bloccare Tir, camion e altri mezzi
di trasporto pesanti, al fine di bloccare l’Italia. Le ragioni dello sciopero
sono diverse e seppur poco chiare, esse sono incarnate da donne e uomini che
non ce la fanno più: allo stremo delle forze economiche, sociali e morali si
vuole cambiare tutto. Non possiamo permetterci di apostrofare come fascisti o
populisti chi manifesta, ma dobbiamo, invece, saper ascoltare un grido di
dolore che proviene dalle viscere, di chi ha perso tutto, sta perdendo oppure
non ha niente da conquistare. Ascoltare, comprendere e condividere percorsi di
cambiamento può divenire la via maestra per uscire dalle crisi. È vero
alcune forze fasciste sono intervenute nella protesta, ma sono arrivate dopo la
proclamazione delle manifestazioni e tentano di farla loro ed è anche vero che
ci sono personaggi ‘ambigui’ nelle proteste, serve riconoscerlo, ma non per
etichettare. A tutti coloro che non vogliono questa deriva sta l’onere di
evitarlo, provare a proletarizzare le rivendicazioni e far sì che possa
essere mantenuto e/o ricostruito il carattere popolare, democratico e
costituzionale delle manifestazioni. Penso sia importante che i
movimenti si coordino tra di loro, raggiungano sintesi al loro interno e con
gli altri movimenti degli altri territori, per essere chiari nelle
rivendicazioni ed anche riflettere e auto-formarsi sulle proposte di
cambiamento; insomma provare a creare una massa critica.
Di fronte ad una mamma che piange perché non riesce a dar da
mangiare ai propri figli io non posso che abbracciarla.
Nessun commento:
Posta un commento