giovedì 8 gennaio 2009

APPELLO PER LA PACE


Presidio“Con lo sguardo rivolto alla Palestina diciamo: fermate il massacro”
Domenica 11 Gennaio 2008 ore 18
Isola pedonale Foggia
Adesioni a : ufficiostampa.prcfoggia@gmail.com

“Leggerò domani, sui vostri giornali, che a Gaza è finita la tregua. Non era un assedio dunque, ma una forma di pace, quel campo di concentramento falciato dalla fame e dalla sete. E da cosa dipende la differenza tra la pace e la guerra? Dalla ragioneria dei morti? I bambini consumati dalla malnutrizione, a quale conto si addebitano?Chi muore perché manca l’elettricità in sala operatoria muore di guerra o di pace? Si chiama pace quando mancano i missili - ma come si chiama, quando manca tutto il resto? E leggerò sui vostri giornali, domani, che tutto questo è solo un attacco preventivo, solo legittimo, inviolabile diritto di autodifesa.”

Abbiamo scelto di riportare uno stralcio della lettera di Mustafa Barghouthi, parlamentare palestinese, perché esprime il senso di rabbia e di dolore di chi, in questi giorni, assiste all’attacco del proprio paese e alla distruzione del proprio popolo. La guerra, iniziata a Gaza lo scorso 27 dicembre, dopo una tregua di sei mesi, ha colpito centinaia di uomini, donne e bambini. Al momento si contano 555 persone uccise e 2.800 feriti. I morti e i feriti di Gaza sono l'ennesima testimonianza di una guerra di occupazione, di apartheid, di violenza militare sull'intera popolazione palestinese e israeliana.

Bisogna chiamare le cose con il proprio nome, cioè crimine di guerra e bisogna che la popolazione palestinese non si senta sola. E’altrettanto crimine il terrorismo di Hamas. Ma c'è un dato da evidenziare che dal 1949, alla fine della guerra arabo-israeliana, Israele occupava infatti nn il 56% dei territori della Palestina,ma oltre il 78%. Oggi occupa il 100%. Bisogna lavorare per il superamento dell'ideologia sionista, mascherato dall'Occidente, i due fondamentalismi quello dell'Occidete e quello arabo-palestinese si alimentano come una spirale perversa e luciferina. Non ci sembra giusto, come è stato fatto in questi giorni dai media italiani, mascherare la verità. Il Papa ha lanciato forti messaggi di Pace, ha parlato di "combattere la povertà e costruire la Pace. Bisogna che le Nazioni Unite, l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America vadano oltre la retorica ed esercitino pressioni concrete su entrambe le parti in conflitto, per porre fine alle violazioni del diritto internazionale in corso e al massacro.

C’è un modo per evitare il massacro di civili. C’è un modo per salvare il popolo palestinese. C’è un modo per garantire la sicurezza di Israele e del suo popolo. C’è un modo per dare una possibilità alla pace in Medio Oriente. C’è un modo per non arrendersi alla legge del più forte e affermare il diritto internazionale:

Chiediamo, quindi, che:
· venga cessato il fuoco in tutta l’area
· avvenga il ritiro immediato delle truppe israeliane
· si metta fine all’assedio di Gaza
· non venga impedito l’aiuto alla popolazione
· Protezione umanitaria Internazionale

Rompiamo il silenzio assordante che si vive, in termini di questioni globali, nel nostro Paese e nella nostra città. Ci sono dei massacratori e dei massacrati, quei massacrati che chiamano “società civile” e che vorrebbero solo vivere in “PACE”. La prima vittima di questo cruento attacco israeliano, che volgarmente e bellicosamente è stato chiamato operazione "Piombo fuso", nasconde tutta la sua inumanità, la ragione, la Fede, l'Amore, la Solidarietà, la Giustizia sono piombate in un profondo sonno, tocca a noi risvegliarle e mandare a loro un rinfrescante vento di Speranza e Pace.
Non lasciamoli soli! Crediamo nella vostra partecipazione!

Chiediamo, ancora, ai cittadini, alle istituzioni, alle associazioni, ai giovani e alle tante persone, che, hanno sempre considerato la “pace” un diritto inalienabile di sottoscrivere l'appello per un presidio per la pace nel Medio Oriente , da tenersi l’ 11 gennaio 2009 ore 18 presso l'isola pedonale di Foggia.

Adesioni

Associazioni,Partiti e sindacati: Arci Provinciale, Arci Ragazzi, Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi , Sinistra democratica, La casa della sinistra, Circolo Arci Bellamì,

6 commenti:

Anonimo ha detto...

sinistracritica

Se vuoi la pace,..prepara la pace.
Parafrasando una delle massime macchiavelliche più abusate, credo che questo sia sotto molti punti di vista il vero nodo fondamentale della questione Arabo-Israeliana, nel senso che nessuna delle due parti ha, negli ultimi 60anni, mai avuto la benchè minima reale e profonda intenzione di arrivare ad un'accordo di pace stabile e duratura con l'odiatissimo "nemico".

Hamas, già all'atto del suo insediamento (e qui c'è da dire come in generale i Palestinesi di Fatah abbiano gestito le elezioni in maniera piuttosto ingenua, presentando a volte tre candidati là dove Hamas ne presentava uno) fece scalpore per alcune dichiarazioni dei suoi leader che in pratica dicevano di "non riconoscere lo Stato Sionista".

Guerra annunciata, quindi. No, intendiamoci: non è che il governo istraeliano si sia "tagliato le vene" dopo la vittoria di Hamas (anzi: cè chi dice che il partito della destra nazionalista del Likud abbia addirittura festeggiato l'avvento dei nemici dichiarati) ma di certo, l'involuzione politica dei palestinesi c'è stata: inutile negarlo.
Ora, è ovvio che difronte al massacro di questi giorni, la Comunità Internazionale dovrebbe chiedere con molta più forza ad Israele di rispettare i diritti umani e le convenzioni internazionali. Ma è altrettanto vero che si tratterebbe pur sempre di una soluzione "una tantum". Anche cioè se Istraele cedesse, la questione di fondo non muterebbe di una virgola. Già. E qual è questa "questione di fondo"?

Semplice: il fatto che entrambi i popoli pensino, nel profondo dei rispettivi immaginari collettivi, che in Palestina non ci sia posto per entrambe le comunità...
Da qui una serie di azioni e contro-reazioni, da entrambe le parti, tese ad affossare ogni serio processo di pace già nella culla...
Insomma: chiediamo a Israele di fermarsi, condanniamolo, e poi? E poi niente. Perchè poi ci sarà da fare i conti con il mortale odio dei palestinesi sopravissuti all'inferno (ed in generale di tutti gli Arabi) di Gaza, che di per sè è il più grande ghetto-lager del pianeta...

La questione vera però purtroppo è un'altra. La verità infatti è che ad un certo punto qualcuno dovrebbe avere il coraggio di dichiarare al mondo apertamente e senza ipocrisie, come stanno effettivamente le cose: ovvero che in Palestina la pace è, da un punto di vista razionale, impossibile...

Perchè qui non si tratta di porre fine alla solita guerra "di conquista". Qui si tratterebbe di porre fine ad un'autentica "lotta per l'esistenza" che, in quanto tale, non può avere fine, almeno fino a quando l'esistenza in discussione non è quella individuale, ma quella di due nazioni che si contendono lo stesso territorio...

Da questo punto di vista infatti, anche lo slogan caro a tanti demagoghi "pacifisti" occidentali (e non solo), è destinato a rimanere tale: "Due popoli, due Stati". Un concetto che certo non fa una piega, se solo non ci fosse l'incredibile dimenticanza del fatto che uno stato è composto da almeno due elementi: un popolo (che quando è etnicamente e culturalmente omogeneo di chiama nazione) ed un territorio...

E qui, purtroppo, arriviamo al Nodo Gordiano. Perchè se è vero che i due popoli (di nazionalità diversa) ci sono, il Territorio è uno soltanto...
E quanto ognuno dei due popoli sia profondamente scettico sulla formula dei due stati sovrani indipendenti, lo si capisce anche dalle "schermaglie" sulla Capitale, che deve (condizione irrinunciabile) essere Gerusalemme: per entrambi!!!

Insomma, siamo onesti: questa guerra non è una guerra nel senso classico del termine. Questa guerra è qualcosa di diverso: e che lo sia, è testimoniato dal fatto che la comunità internazionale si chiama fuori da questa faccenda in maniera clamorosamente vigliacca. Perchè al di là dei proclami, forse, questa guerra "serve" a tutti...

Il Medioriente infatti, è bene ricordarlo, non è un posto qualsiasi della Terra: è in pratica il Serbatotio petrolifero mondiale, oltre che Terra Santa...

LA guerra Arabo-Palestinese, serve insomma sia agli Occidentali (cioè a NOI...) per mantenere la pressione ed il controllo militare sul Medioriente (è infatti proprio per questo che gli Inglesi lasciarono che gli Ebrei prendessero il controllo dell'ex-colonia palestinese...) sia ai Regimi Arabi che riescono in tal modo a mantenere dei privilegi di casta, lasciando che i rispettivi popoli concentrino il loro malumore contro "il Satana Sionista-Occidentale"...
E in mezzo?
E in mezzo due popoli: quello Israeliano, vittima di se stesso...
E quello palestinese, vittima degli istraliani...ma anche dei "signori della guerra" di ogni parte del globo...
Insomma una questione di incredibile complicazione. Certo, questo sterminio va condannato senza appello...
Ma chiediamoci: siamo davvero sicuri di non fare, in questo modo, il gioco del Principe delle Tenebre? Siamo davvero sicuri cioè che la pace possa arrivare dal "ricondurre alla ragionevolezza" Istraele (o Hamas?).
Secondo me no. E non lo dico perchè la pace in quella terra è lontana almeno quanto il paradiso terrestre dal resto del mondo...
Lo dico perchè partire da una posizione di "ferma e dura condanna" è il miglior modo per non ottenere nulla. Guardiamo in faccia la realtà: siamo davvero sicuri che in Palestina ci sia spazio per due Stati-Nazione? Si? E chi controllerà le acque, che in Palestina sono preziose e scarse più dell'oro (sicuramente più del petrolio...)E le frontiere, con i lro traffici commerciali? Insomma. Siamo davvero sicuri di poter trovare una via d'uscita (che di fatto non esiste) in quella trappola mortale che è la Palestina??
Condannando senza appello Israele, si ottiene qualcosa? Certo, la condanna esplicita è molto meglio sia del silenzio, sia dell'assoluzione implicita ad Israele che è nell'attegiamento di tantissimi occidentali (per la verità più negli attegiamenti dei leader, che dei cittadini). Ma il passo decisivo, saremo mai in grado di compierlo? Forse no. Almeno fino a quando esisteranno un'occidente..ed un'oriente.
E' questo il problema: inutle cercare "ragionevolezza" là dove non ve ne può essere nessuna. O meglio. C'è. Ed è la seguente: appurato che in Palestina non c'è (fisicamente) davvero posto per due stati-nazione...quand'è che qualcuno si prenderà la briga di dire ad alta voce, ciò che tutti, ma proprio tutti, già pensano (a cominciare dai due rispettivi popoli che lo sanno da loro: è per questo che si odiano vicendevolmente alla morte)??

Insomma. Razionalmente la condanna di Israele è quasi "spontanea", ma con ogni probabilità non servirà a nulla: è x questo che, forse, è meglio rifugiarsi "nell'irrazzionale"... e quindi firmo il mio "appello per la pace" a condizione che esso si concretizzi "nell'irragionevolezza"allo stato puro e cioè nella Preghiera...
Perchè, forse, l'unico modo per far da paciere tra due litiganti che si odiano a morte e si sterminerebbero volentieri a vicenda) è amarli (senza se e senza ma...) entrambi.

Saluti

Anonimo ha detto...

FRATELLI D'ITALIA

La sensazione è che tutti siamo in guerra con tutti. Ognuno non capisce le ragioni dell'altro, non vede l'altro. Vedo un'informazione sempre più condizionata da chi può permettersela. Vedo tuttavia Telenorba, una Tv che trasmette in Puglia, Basilicata, Molise e parte della Calabria che lancia una campagna contro la Confindustria del nord. Decine di imprenditori che si fanno intervistare e dicono basta a un'associazione che lavora a senso unico. Vedo il Consiglio comunale del mio paese che canta Fratelli d'Italia e sostiene fortemente il Governo che svuota i fondi per le aree utilizzate, quelli per le opere al Sud, per intendersi. Vedo giovani precari che perdono anche quel misero rimborso universitario. E vedo infine le olive che vengono acquistate a 29 euro al quintale (dico bene quintale) e l'uva da tavola, ancor prima, a prezzi sulla pianta tra i 35 e i 50 centesimi di euro. Vedo casse integrazioni fra le fabbriche di leghisti venuti giù a far impresa con i soldi dello Stato e che ora buttano fuori quarantenni padri di famiglia.
Eppure vedo che in tutto questo riusciamo a sopravvivere con la forza, con l'orgoglio, con l'intelligenza di sempre. «Noi siam da secoli, calpesti derisi perché non siam popolo, perché non siam uniti». Quanto vera la frase di Mameli. Ce la faremo ugualmente, qui in Puglia e altrove nel Sud, anche se sentiamo che tutto è contro di noi. Gli arraffoni della 488, i mafiosi, i boiardi di Stato, quelli che hanno tre lavori e rendita, ma assieme a loro quanta gente meravigliosa. Intanto è morto un altro operaio all'Illva di Taranto. Sono appena tre dall'inizio dell'anno. Anche lui nelle ditte del subappalto. Intanto la maggior parte, iperqualificata, lavora al Nord. Ci svuotiamo delle energie migliori, ma lavoriamo per invertire il senso della storia.

M.

Anonimo ha detto...

Risposta a sinistra critica.
Per Israele basta rispettare una risoluzione Onu che fissa dei confni tra i due stati e che continuamnete viene trasgreditae infangata. Pace vuol dire sedersi allo stesso tavolo e condividere il pane (segno della condivisione) senza tuttavia unformarsi, nella "convivialità delle differenze" (Don Tonino Bello), in tal caso l'Onu poneva delle limitazioni ben precise alla volontà espansionistica di Israele che è fortmente foraggiata dalle lobby americane, perchè così si ha la presenza dell'Impero occidentale nell'Oriente. Io punterei sul ruolo sempre più autonomo e emancipativo dell'Onu, che diventi uno strumento di giustizia e pace per le popolazioni povere, in quanto senza giustizia non può esserci mai Pace.

Anonimo ha detto...

sinistracritica

Gianluca, sia chiaro: chi si informa e prende a cuore questo genere di questioni va sempre rispettato. Tuttavia lasciamo farTi notare che, anche tu, hai parlato di "di Israele che è fortmente foraggiata dalle lobby americane, perchè così si ha la presenza dell'Impero occidentale nell'Oriente...".

E' un'osservazione vera a metà nel senso che le lobby americane che foraggiano Israele sono in realtà Ebrei d'America...
Quanto poi al "trito" discorso "sull'imperialismo" americano, è un'argomentazione che ho sempre trovato fortemente "sbilenca" perchè parte dall'assunto che Noi, non siamo né parte, né beneficiari dell'Impero: cosa non vera nei fatti e nella sostanza. Non devo certo essere io a ricordarTi delle nostre "missioni di pace" a Nasserya ed in Afghanistan...
Ripeto: dell'imperp noi siamo, in tutto e per tutto parte. E della situazione in Medioriente (leggi: controllo geo-politico delle risorse petrolifere) siamo complici e beneficiari. A tutti gli effetti.
Quanto poi al discorso (giusto) sulle risoluzioni ONU che Istraele non rispetta (quale quella che tu citi e che prescrive il rientro di Istraele nei confini ante guerra del Kippur) hai perfettamente ragione. MA. DI risoluzioni ONU non rispettate, al palazzo di vetro, ce nè almeno un buon centinaio...
Ritorno quindi al punto focale del mio intervento (che non vuole assolutamente essere "contro") che è il seguente: la condanna di Istraele, così come viene solitamente fatta in questo genere di manifestazioni (vedi bandiere bruciate ecc...) è una fiera delle stupidità e delle ipocrisie che francamente mi mette il voltastomaco. Sopratutto se a tali manifestazioni ci si reca con mezzi che vanno a petrolio: che è, è bene ricordarlo, il vero oggetto del contendere di tutta questa storia. L'unico, vero motivo, per cui quella risoluzione non verrà mai rispettata (e per cui nessuno farà davvero nulla per farla rispettare) sta appunto in questo: che CI (e sottolineo CI) conviene. A tutti.

Saluti fraterni.

Anonimo ha detto...

Per l'amico sinistra critica
Condivido in toto il tuo intervento, e sottolineo il fatto che noi, Itali, siamo parte integrante, e aggiungerei per certi versi servile, dell'Impero. Sostengo fortemente anche la tua condanna schietta, lapidaria, contro chi brucia le bandiere, senza sapere che se si parla di pace, essava costruito attraverso un percorso delineato dal rispetto e dalla responsabilità civile. Evidenzio infine la tua analisi strutturale di queste guerre, infatti trattasi di questioni squisitamente economiche (petrolio), o meglio di una versione economicista del fare la storia. Il vecchio Marx su questo aveva ragione, mentre per il resto, per la costruzione di un'alternativa credo che ci sia bisognodi cogliere i "segni dei tempi" de-ideoogizzarsi,e avere il coraggio e l'umiltà di costruire partecipativamente sentieri di democrazia con i movimenti altermondisti ecc...in poche parole costruire la Sinistra...

Anonimo ha detto...

Grande Gianluca...
Riuscire ad "andare oltre" le "posizioni di prestigio personale" non è da tutti. Tu, convenendo con me su alcuni punti (che sono del resto fondamentali per la comprensione di un conflitto che è, di per sé, null'altro che la materializzazione delle contradizzioni di cui ci nutriamo) come quello relativo al fatto che dell'Impero noi siamo parte e beneficiari, hai dimostrato di non esserlo...
Per un attimo ho temuto, ti confesso, che Tu rispondessi con toni di chiusura, di "condanna sez'appello" verso Israele. Non lo hai fatto. Sei andato "oltre": e di questo te ne dò atto.

PS: quanto al tema di "ricostruzione della sinistra", sto seguendo appassionatamente il dibattito messo in piedi dal giornale "Il Manifesto"...di cui di seguito posto il link, nella speranza che anche ad Orta Nova (ri)nasca una Classe Dirigente in grado di comprendere i movimenti profondi della politica nostrana.

http://www.ilmanifesto.it/archivi/fuoripagina/anno/2009/mese/01/articolo/228/?tx_ttnews%5BbackPid%5D=16&cHash=400a57887f

Saluti fraterni