sabato 19 febbraio 2011

INTERSECTIE: LA MIA ESPERIENZA


Nel nostro paese il numero degli immigrati aumenta sempre di più. Anche qui ad Orta Nova vivono tanti migranti, o per lo meno cercano di condurre una vita il più possibile dignitosa. Ma questo non è affatto facile. La nostra cittadinanza ha deciso di distinguersi grazie ad alcuni di noi che hanno cuore i loro destini e si impegnano ad aiutarli in una situazione piuttosto disagiata. In particolare ci siamo rivolti ai bambini, che sono i più fragili e coloro che hanno più bisogno di una guida per evitare che intraprendano la strada sbagliata in un futuro ormai imminente. E’ questo l’obiettivo del nostro lavoro, che consiste soprattutto nell’aiutarli in ambito scolastico, e cioè dove riscontrano i maggiori problemi. La scuola, infatti, non sempre la scuola ha la possibilità di aiutarli in modo approfondito. Così nasce il progetto intersectie. Questa parola rumena significa ‘incrocio’ e non poteva esserci termine più adatto per questo progetto. Si tratta, infatti, di un incrocio tra culture, lingue e religioni diverse. Ogni giorno passato insieme è un dono reciproco. Noi mettiamo in campo le nostre conoscenze per arricchire a far crescere le poche che possiedono già, migliorando il loro lessico e sostenendoli nell’impatto con discipline nuove e sempre più impegnative. Loro sanno donarci semplicità, affetto e tanta gioia, che per noi sono la ricompensa più grande. Inoltre ci regalano sempre molta felicità. Esatto felicità! Ci domandiamo come dei bambini “sfortunati” come loro possano essere felici. La risposta è semplice. Per loro ogni giorno è speciale e lo affrontano sempre con il sorriso. Vivono impazienti di correre, saltare, giocare e conoscere il mondo e basta davvero poco per farli tornare a sorridere. Sono diversi dai nostri bambini. Sono più semplici, ma anche più profondi. Conoscono i valori fondamentali della vita, tra i quali la condivisione. Mi torna in mente un episodio accaduto qualche giorno fa quando ho accompagnato due di loro a Pulsano per recitare nel presepe vivente. Sono rimasta stupefatta quando uno di loro ha preso un pacco di taralli e, prima di mangiarli, ha fatto il giro dell’intero pullman per offrirli a tutti. Lui, un giovanotto che non ha nulla se non un’immensa generosità. Io conosco questi bambini solo da Settembre e sono follemente innamorata di loro, dei loro sorrisi, dei loro occhioni e dei loro assalti quando mi incontrano. Ė per questo che nel mio tempo libero vado a dare una mano agli altri ragazzi per aiutarli con i compiti. E, giuro, che mi fanno sentire davvero ricca. Condividere con loro le cose che conosco mi fa sentire piena. Penso che non ci sia cosa più bella che donare un po’ di sé stessi al prossimo. Come dicevo all’inizio per loro lì fuori c’è un futuro che lì aspetta. Non sanno nemmeno quante cose potrebbero fare e io, nel mio piccolo, insieme ai ragazzi dell’Orta Nova che vorrei, cerchiamo di aprire davanti ai loro occhi strade diverse da quelle della violenza e della delinquenza.

Roberta Rizzo

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti esprimi in perfetto politichese: ti candidi tu? E se no, chi sosterrai? Società civile è un pò troppogenerico, non ti pare? E' vero, ti devi giocare bene la carta, gli anni passano, non lavori e la fidanzata si vuol sistemare...

Giovane Ortese ha detto...

Caro Anonimo, fatti fare una visita agli occhi perchè secondo me sei un po' daltonico visto che l'articolo è stato scritto da ROBERTA RIZZO e non da GIANLUCA DI GIOVINE. Poi rispondo alla cavolata che hai scritto... Gianluca lavora all'univeristà di Bari, quindi se non sai niente stai zitto cosi fai più bella figura.