lunedì 9 settembre 2013

CHI DI SGOMBERO FERISCE….


Anatomia di una pratica inutile.
Alla fine gli sgomberi rappresentano il trait d’union di due versanti politici apparentemente contrari, ma irrimediabilmente vicini. Sia parte del Pdl con il consigliere Tarantino, che parte della maggioranza Calvio/Ladogana convengono che gli sgomberi sono l’unica strada possibile per acquietare gli animi e le lamentele di alcuni cittadini.
L’oggetto di divisione tra i due schieramenti contendenti la medaglia come migliori sceriffi della contea di New Yort è la seguente: il primato dell’effettiva esecuzione degli sgomberi.
Mentre il consigliere Tarantino (Pdl) rivendica la paternità della scelta politica e della rappresentanza, altrettanto politica, di sfruttatori dei lavoratori migranti, di proprietari terrieri che di giorno vogliono mandare via i migranti, ma di notte preferiscono accoglierli (soprattutto le donne); la maggioranza Calvio/Ladogana riesce da una parte a soddisfare gli appetti razzisti e xenofobi di chi vuole solo ‘cacciare’ ciò che ritiene lo scarto umano, dall’altra a denunciare situazioni di sfruttamento delle persone. Un po’ con Dio e un po’ con Mammona.
Nel comunicato n.146 del 27/7/2013 il duo Calvio/Ladogana comunica che  «ciò che accade nelle nostre campagne nulla ha a che fare con un sistema organizzato di accoglienza solidale nei confronti dei migranti», tuttavia una cosa è certa «non possiamo tollerare l’esistenza di simili insediamenti sul nostro territorio, quindi quei campi abusivi devono essere sgomberati e le baracche smantellate». Delle persone, dei bambini, e del loro continuo vagare, niente!!!Tuttavia «devono essere attivati tutti i controlli di legge sui proprietari dei fondi occupati e le aziende agricole presso cui queste persone hanno sostenuto di lavorare», chissà se avverranno!!!
Nel comunicato n.147 del 3/8/2013 il gabinetto del sindaco sostiene che «la Regione Puglia fornirà assistenza e servizi igienici agli immigrati del campo in contrada la Palata e dell’Hotel Africa» mentre si «definiscono le misure da adottare per bloccare l’aumento delle presenze, smantellare le strutture esistenti» per costruire un sistema di accoglienza. Come si fa a costruire un sistema di accoglienza compiendo solo sgomberi? I bambini che vanno a scuola, le persone che cercano onestamente di lavorare che fino hanno fatto? Nello stesso comunicato  si evince che la Regione Puglia e alcune associazioni umanitarie sono state incaricate dall’amministrazione comunale a occuparsi della situazione (bagni chimici, fornitura di acqua e verifica delle condizioni di salute). Ad oggi non è stato fatto!!!
Le polemiche dei due consiglieri Tarantino e Ladogana risultano sterili e tendenti alla pratica politica più amata nella nostra città: lo scarica barile.
Ritengo che una città come la nostra, terra di transumanza di  passaggi e incontri abbia nel proprio patrimonio genetico l’accoglienza, per la costruzione di un villaggio solidale e conviviale.
Possiamo farlo solo se le anime belle della città si uniscano e mettano insieme le proprie forze per costruire sentieri di dignità. Le persone migranti e chiunque sia in difficoltà economico-sociale, le parrocchie, il nascente Osservatorio Caritas cittadino e tutte le istituzioni penso abbiano il diritto/dovere di sedersi intorno ad un tavolo  e provare a progettare una strategia inclusiva.
Si potrebbe creare un’agenzia sociale di intermediazione abitativa, con la partecipazione dell’ente comune così da raggiungere i proprietari di case sfitte e provare a stipulare contratti equi e popolari per famiglie bisognose (che naturalmente dovranno cercare di pagarsi l’affitto) e così ridurre anche la crisi immobiliare degli affitti. La stessa agenzia potrebbe stimolare il recupero di vecchi casolari vittime dell’incuria per intraprendere percorsi di auto-costruzione. L’Osservatorio Caritas con le parrocchie potrebbe progettare e offrire alcuni servizi essenziali e primari (cibo, vestiario, uso di docce e bagni) soprattutto per i bambini. I sindacati potrebbero assieme al comune e al centro per l’impiego redigere delle liste di lavoratori e contattare le aziende locali per contratti regolari, così regolarizzando l’attività lavorativa con salari dignitosi si aiuta la convivialità.
Si possono fare grandi cose, naturalmente tutto passa per il pieno coinvolgimento dei diretti interessati (tutti senza distinzione) che devono essere artefici e costruttori del percorso inclusivo.
Questi tristi eventi hanno contrassegnato due aspetti negativi che penso vadano combattuti fino all’estremo delle forze:                                                                                                                         
- la subcultura della ricerca del consenso locale con metodologie populiste;
- il silenzio di chi invece dovrebbe tuonare contro simili ingiustizie.
Orta Nova, terra di transumanza e di coltura, luogo di passaggio di pastori che provenivano dall’Abbruzzo e, tra questi, probabilmente vi erano anche Rom, stanziatisi in Abbruzzo intorno al sec XV d.C., che possiamo riconoscere da alcuni influssi dialettali.
Noi siamo per natura un luogo di contaminazioni; però vi prego non ditelo a Tarantino e Ladogana, perché c’è il rischio che possano scoprire qualche ascendente Rom nelle loro famiglie e così auto-emanarsi ordinanze di sgombero!!!  

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